Borse, i tassi Usa e i dubbi sulla pax Usa-Cina affondano Wall Street
–di Chiara Di Cristofaro e Stefania Arcudi
Indici in cadura a Wall Street con il Dow Jones Industrial Average e l’S&P 500 che sono arrivati a cedere fino al 3%, come il Nasdaq Composite, per poi recuperare parzialmente. Il Russell 2000, l’indice delle società a piccola e media capitalizzazione, e il Dow Jones Transportation Average, che comprende aziende attive nel settore dei trasporti, hanno fatto ancora peggio con ribassi attorno al 4 per cento. Timori di un rallentamento dell’economia globale, dubbi sulla tregua commerciale tra Usa e Cina, la paura di un’inversione della curva dei rendimenti del titolo a 10 anni rispetto a quello a due anni stanno pesando sull’azionario. Il settore finanziario (in calo anche del 4%) è stato venduto a piene mani.
E dopo il rally di ieri, in Europa la Borse hanno tirato il freno a mano (Parigi -0,82%, Francoforte -1,14%, Madrid -1,2% e Londra -0,4%): l’entusiasmo per la tregua nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha lasciato il posto alla cautela, specie perché da Pechino non sono arrivati commenti su quello che Washington ha definito «un accordo incredibile». Clima di attesa anche per le evoluzioni sulle trattative Ue-Italia sulla manovra, con il Governo che prende tempo per evitare la procedura di infrazione. Questo, e lo spread in rialzo a 289 punti dai 284 della vigilia, hanno rallentato Piazza Affari (-1,37%, peggiorata nel finale dopo avere trascorso la seduta in area -0,6%). Sul FTSE MIB ha debuttato Diasorin (+0,53%), che ha preso il posto di Luxottica. Sono andate bene le utility, Campari (+0,88%), dopo il buyback per un controvalore di oltre 1,8 milioni di euro, e Banco Bpm (+0,4%), dopo i commenti positivi degli analisti sul piano di derisking. In coda Moncler (-3,7%), con Mediobanca cauta su business e strategia, ma anche i titoli che ieri avevano corso di più e che oggi sono colpiti dai realizzi.
Sul Ftse Mib giù chi aveva corso alla vigilia, debole anche Fca
A Piazza Affari le peggiori sono state Prysmian (-4,12%), Stmicroelectronics (-3,2%) e Cnh Industrial (-3,8%), tutte colpite dai realizzi dopo l’accelerata di ieri. Inoltre, Prysmian risente anche del fatto che JPMorgan Chase ieri ha rivisto al ribasso l’obiettivo di prezzo a 24 euro per azione, mentre Cnhi ignora il fatto che Moody’s ha alzato il rating del debito senior da «Ba1» a «Baa3», con outlook stabile. Ad aggiungere pressione su St è la riduzione dei target da parte di Cirrus Logic: il produttore di audio chip, anch’esso tra i fornitori di Apple, ha tagliato le previsioni per l’ultimo trimestre dell’anno a causa della recente debolezza del mercato degli smartphone. In discesa anche Fiat Chrysler Automobiles (-1,97%), all’indomani dei dati sulle immatricolazioni negli Usa e in Italia e nel giorno in cui Il Sole 24 Ore sostiene che la casa auto sta valutando l’opportunità di creare una propria divisione di servizi finanziari negli Stati Uniti. A pesare sulle quotazioni di Fca è anche la debolezza del comparto auto europeo, nell’attesa di sviluppi sul commercio Europa-Stati Uniti: oggi l’amministrazione americana incontra i manager dei principali gruppi auto tedeschi.
Tra i titoli a minore capitalizzazione bene Safilo
Fuori dal listino principale, da segnalare il rally dei gruppi attivi nel settore energia Enertronica (+9,35%) e Renergetica (+5,56%), mentre Safilo (+1,55%, ma saliva del 5%) ha ingranato la marcia più alta nel secondo giorno dell’aumento di capitale da 150 milioni. Positiva anche Parmalat(+0,89%), all’indomani dell’annuncio del delisting. Ieri Sofil (Lactalis) ha rilevato ai blocchi il 6,175% del capitale sociale salendo così al 95,8% a un prezzo di 2,85 euro.
In Europa giù le auto, i tecnologici e l’industria
I dubbi sul futuro della tregua sui dazi tra Stati Uniti e Cina hanno messo il freno a tutti i principali settori del Vecchio Continente, in particolare a quello dell’auto (-2,45% l’Euro Stoxx 600 Auto), dell’industria (-1,73% l’Euro Stoxx 600 di settore) e dei tecnologici (-1,4%). St, che è stata tra le peggiori a Milano, ha lasciato sul campo il 2,81% a Parigi, Infineon Technologies ha ceduto il 2,06% a Francoforte, mentre ha retto meglio Asml (-0,57% ad Amsterdam). Male appunto le auto, con i principali gruppi del settore in discesa marcata: a Parigi Renault ha lasciato sul campo il 2,2% e la multinazionale della componentistica Valeo il 4,85%, mentre a Francoforte Bmw ha ceduto l’1,63%, Daimler il 2,89% e Volkswagen il 3,08% (oggi l’amministrazione americana incontra i manager dei principali gruppi auto tedeschi, per discutere di tematiche commerciali). In discesa anche le banche, mentre il comparto petrolifero non ha risentito del rallentamento del greggio (Royal Dutch Shell -0,02% ad Amsterdam e Bp +0,94% a Londra).
Spread chiude in rialzo a 289 punti, rendimento al 3,16%
Chiusura in rialzo per lo spread BTp/Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco ha segnato un’ultima posizione a 289 punti base, dai 284 punti della chiusura di ieri. Stabile invece il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha terminato la seduta sui livelli del riferimento della vigilia al 3,16 per cento.
Wall Street in calo, investitori cauti su tregua Usa-Cina
All’indomani di un rally, Wall Street viaggia in territorio negativo: gli investitori si riscoprono cauti sulla tregua commerciale siglata tra Usa e Cina sabato scorso durante una cena tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping. Mentre i rappresentanti dell’amministrazione Trump non hanno esitato a rilasciare commenti, a Pechino le bocche restano cucite. Probabilmente si attende il ritorno in patria del presidente cinese Xi Jinping, atteso giovedì. Alla vigilia di una giornata in cui i mercati Usa resteranno chiusi per via dei funerali di stato di Bush senior, deceduto venerdì scorso a 94 anni, il mercato teme una inversione della curva dei rendimenti (vista come indicatore di una recessione futura). Apple intanto soffre (-2%) una bocciatura degli analisti di Hsbc. Secondo loro il gruppo dipende troppo dall’iPhone.
Il petrolio a corrente alternata, eruro resta sotto quota 1,14 dollari
Il petrolio rallenta il passo e procede a corrente alternata, in attesa della riunione Opec del 6 dicembre (-0,2% il Wti a febbraio e +0,4% il Brent). Sul valutario, l’euro/dollaro che era brevemente tornato sopra 1,14 dollari, vale 1,135 dollari (1,1391 in avvio e 1,1357 ieri) mentre l’euro/yen è a 128,269 e il dollaro/yen a 112,937.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)