Su legittima difesa possibile rinvio, M5S non esclude modifiche

martina cecchi de rossi

Possibili modifiche e un nuovo terreno di confronto nella maggioranza. Sulla legittima difesa, approvata dal Senato il 24 ottobre i giochi potrebbero riaprirsi e l’approdo finale slitterà con ogni probabilità oltre gennaio, termine dato da Salvini solo pochi giorni fa per il via libera definitivo.

Il testo è all’esame della Commissione Giustizia di Montecitorio, che ha avviato la discussione oggi, con le relazioni di Zanettin e Turri, relatori Forza Italia e Lega. Primo punto di rilievo, l’inversione dell’onere della prova, con l’aggiunta di un comma all’articolo 55 del Codice penale, quello che regola l’eccesso colposo, con cui si conferma la non punibilità per legittima difesa per chi agisce a propria tutela: su questo fronte Fi, firmataria già nei mesi scorsi di due proposte di legge alla Camera, converge con il partito di Matteo Salvini. Ma c’è un altro fronte su cui gli azzurri cercano di «scavalcare» la Lega da destra ed è l’indennizzo per l’aggressore in caso di eccesso colposo, previsione che, per gli azzurri “va cancellata”.

Un inasprimento ulteriore che potrebbe mettere in difficoltà la Lega rispetto all’alleato di Governo. Il Carroccio nega modifiche (oggi Turri le ha sostanzialmente escluse, né la Lega si aspetta un ritorno al Senato, dove è alla guida della Commissione Giustizia), ma il Ddl continua ad agitare parte del Movimento. Perché se sull’obiettivo di «evitare all’aggredito un calvario giudiziario», per dirla con il Guardasigillli Alfonso Bonafede, la maggioranza rimane compatta, è nelle pieghe dell’autodifesa che si nascondono ancora possibili divergenze, nonostante il testo sia passato al Senato con un’ampia maggioranza.

Nel M5s il dissenso è a tratti palese, come quello di Doriana Sarli, la deputata che ha chiesto apertamente una marcia indietro sul testo uscito da Palazzo Madama, e comunque sotteso: in quel Ddl «non c’è alcun automatismo che escluda la punibilità a priori. All’orizzonte non c’è nessun Far west», ribadisce il capogruppo alla Camera, Francesco D’Uva. Per questo, nonostante per la Lega si potrebbe chiudere così, sul Ddl si potrebbero aprire spazi di modifica: «Abbiamo la possibilità di eliminare alcune zone d’ombra», dice Bonafede.

Sul testo, per ora, la Commissione, presieduta dalla M5s Giulia Sarti, non accelera, anzi. La discussione è stata rinviata alla prossima settimana, ci saranno le audizioni, soprattutto pende sull’Aula il via libera alla manovra e il possibile ritorno del Ddl Anti corruzione. In Commissione, oggi, nessun intervento da parte del Movimento «e nessuna intenzione di accelerare l’iter – dice il deputato dem Alfredo Bazoli -. Il rischio è di innescare una reazione per cui passa il principio che ognuno possa farsi giustizia da se».

Il testo, oltre ad intervenire sull’eccesso colposo prevede anche l’estensione del gratuito patrocinio in caso il giudice debba procedere di fronte a chi si è difeso legittimamente e l’inasprimento delle pene per il furto in casa e per lo scippo, da quattro a sette anni.

LA STAMPA

 

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