Confusione sotto il cielo
di BRUNO VESPA
«Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente…». La celebre frase pronunciata da Mao durante la Rivoluzione culturale degli anni Sessanta si adatterebbe perfettamente all’Italia d’oggi se le nuove Guardie Rosse volessero demolire l’ordine costituito. Ma la Banda dei Tre (Conte-Di Maio-Salvini) vuole al contrario mettersi d’accordo con l’Europa e allora la situazione non è affatto eccellente. Di Maio è un rivoluzionario duro e puro come Lin Piao, Salvini è un rivoluzionario riformista come Deng Xiaoping. La confusione perciò è grande. Prendiamo l’ecotassa. Laura Castelli, sottosegretario grillino all’Economia, sulla scia di Maria Antonietta dice: «È finito il pane? Mangiate brioches». Un modello di Panda sarà aggravato dall’ecotassa? Compratene un altro. Un minuto dopo Salvini assicura che nessun modello sarà gravato da balzelli. Oggi Salvini con la grande manifestazione di Roma apre la campagna per la conquista del Centrosud.
Azzardiamo una previsione: discorso abilissimo, che non dia un appiglio ai Cinque Stelle per parlare di sganciamento della maggioranza, ma sia al tempo stesso rassicurante per i milioni di elettori che non capiscono dove vada a parare il governo. Nei prossimi giorni incontrerà le dodici categorie che hanno acceso la grande protesta di Torino. La stessa cosa farà Di Maio con i piccoli allarmatissimi imprenditori. Si ripeterà il miracolo di Pentecoste in cui gente diversa sentirà i due apostoli parlare nella propria lingua? (Atti, 2, 1-11) O ci sarà invece una nuova Babele con la sua celebre confusione di idiomi? (Genesi, 11, 8-9).
Un fatto è certo. Salvini ha detto che a tempo debito il contratto dovrà essere ridiscusso. Questo avverrà dopo che le elezioni europee avranno stabilito un nuovo equilibrio tra i due partiti di governo. A quel punto può accadere tutto, crisi compresa. Il governo sarà nato da poco più di un anno e Mattarella tenterà di non sciogliere le Camere stabilendo un antipatico record nella storia repubblicana.
Senza scioglimento, restano due ipotesi. La prima è un governo di centrodestra. Berlusconi ieri ha confessato candidamente (smentito dal Colle) che Mattarella gli avrebbe assicurato la possibilità di una soluzione del genere. Ha tralasciato probabilmente un dettaglio: domani, come ieri, il presidente della Repubblica vorrà contare i voti favorevoli alla nuova coalizione prima di affidare l’incarico. È vero che cinquanta deputati risponderebbero all’appello come un sol uomo pur di non perdere il posto, ma dovranno manifestare concretamente la propria ‘responsabilità’.
La seconda ipotesi è un governo Cinque Stelle–Pd. I principali candidati alla segreteria sono tutti assolutamente favorevoli a una ipotesi del genere, ma Renzi controlla allo stato almeno la maggioranza dei senatori. Cambieranno bandiera anch’essi?
Per tornare all’oggi, se si pensa che alla Camera prende la fiducia una manovra fittizia che sarà completamente cambiata al Senato e tutto dovrà essere approvato entro l’anno (cioè prima di Natale, perché le vacanze sono sacre) dopo il parere che l’Europa darà tra dieci giorni, grande è la confusione sotto il cielo…