Francia, il giorno dei gilet gialli: 211 fermati. Lacrimogeni agli Champs Elysees. Bloccata la frontiera di Ventimiglia

PARIGI – Dicono che quello di oggi sarà “l’assalto finale” alla politica di Emmanuel Macron: i gilet gialli sono in piazza e la polizia francese ha già fermato e perquisito almeno 481 persone arrivate a Parigi e 211 di loro sarebbero in stato di fermo perché trovati armati di fionde e martelli e perfino – lo fa sapere la portavoce della polizia, Camille Chaize “armi, bottiglie Molotov e spranghe di ferro”.

Un migliaglio di “gilet gialli” si trova sugli Champs-Elysees. La polizia li ferma dopo circa 500 metri dall’inizio della grande avenue e si registrano le prime tensioni con la polizia che ha sparato lacrimogeni. Gli slogan sono quelli delle manifestazioni precedenti, il più gettonato “Macron dimettiti”.

Francia, il giorno dei gilet gialli: 211 fermati. Lacrimogeni agli Champs Elysees. Bloccata la frontiera di Ventimiglia

Temendo un’ennesima giornata di disordini e violenze ieri il premier Edouard Philippe e il ministro dell’Interno Christophe Castaner avevano annunciato una mobilitazione delle forze dell’ordine senza precedenti: che coinvolgerà 89 mila agenti in tutta la Francia, 8000 solo a Parigi, e una decina di mezzi blindati della Gendarmeria, specializzati a far fronte alle barricate. Fonti dell’Eliseo hanno d’altronde già definito “un tentativo di golpe” questa ennesima proteta.

A portare alle stelle la tensione, già altissima, le immagini degli agenti di polizia che giovedì hanno arrestato 151 studenti del liceo di Mantes-la-Jolie, nella periferia di Parigi, e li hanno tenuti ammanettati in ginocchio in un giardino dietro la loro scuola. Scatti che hanno “sconvolto” anche il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, e spinto il Difensore dei diritti ad aprire un’inchiesta.

Francia, in ginocchio e con le mani in testa: gli studenti sotto il controllo della polizia armata

Il ministro non ha nascosto che gli scontri potrebbero essere ben più gravi di quelli di sabato scorso: il timore è che i manifestanti, quelli più violenti, facciano ricorso all’uso di armi per ferire, o addirittura uccidere, i poliziotti. E gli agenti non nascondono la loro preoccupazione temendo di essere “costretti a sparare” per respingere gli assalti dei manifestanti. “Di fronte alla violenza sistematica, organizzata, le nostre forze risponderanno con forza”, ha avvertito Castaner. Le autorità si aspettano solo poche migliaia di persone, ma molto violente: “Queste ultime tre settimane hanno dato alla luce un mostro, che è sfuggito ai genitori”.

Chi non accetta di abbandonare il materiale non consentito dalla polizia sugli Champs-Elysees sono nella zona di Porte Maillot, dalla parte opposta dell’Arco di Trionfo rispetto alla celebre avenue. Agitano un grande tricolore blu-bianco-rosso con scritte tre date,1789 (Rivoluzione francese), 1968 (rivolta del Maggio francese) e 2018. L’ala più dura ha promesso di andare sulla Périphérique, il raccordo intorno Parigi. Come accaduto ieri nelle manifestazioni dei liceali, anche i gilet gialli alla Porte Maillot si sono ripetutamente inginocchiati con le mani sulla testa per ricordare l’episodio degli studenti di Mantes-la-Jolie.

Francia, il giorno dei gilet gialli: 211 fermati. Lacrimogeni agli Champs Elysees. Bloccata la frontiera di Ventimiglia

Parigi si barrica in casa, chiusi tutti i musei
I principali monumenti e musei della capitale francese rimarranno chiusi, compresi il Louvre, la Tour Eiffel, l’Arc de Triomphe e l’Opera. Il sindaco Anne Hidalgo ha spiegato che sono state ritirate circa 2mila elementi di arredo urbano (panchine, segnaletica stradale) per evitare che possano essere usati come oggetti contundenti. E sono state annullate decine di partite di calcio in tutto il Paese, eventi festivi e anche altre manifestazioni programmate da tempo.

Alla vigiliadella protesta una delegazione di ‘gilet gialli liberi’, ala moderata del movimento di protesta, aveva incontrato Philippe e riferito di aver trovato il capo dell’esecutivo “attento, cosciente delle problematiche, in ascolto”. Ora, avevano aggiunto, è il momento che il presidente Macron prenda la parola, una richiesta ribadita anche da altri membri del movimento di protesta. Per Jacline Mouraud, portavoce dei ‘gilet gialli liberi’, “è necessario che Macron si esprima, che sia il presidente di tutti i francesi”.

Da quando è tornato dal G20 a Buenos Aires, il presidente francese è rimasto in silenzio, anche dopo l’annuncio di Philippe di una moratoria per tutto il 2019 dell’innalzamento della tassa sui carburanti. Macron ha fatto sapere che interverrà sulla crisi dei ‘gilet gialli’ solo a inizio della prossima settimana per evitare di buttare “benzina sul fuoco” prima della manifestazione di oggi. Intanto fuori da Parigi si registrano blocchi autostradali: bloccata l’A6 verso l’Italia e la E40 e la E17 al confine fra Francia e Belgio. Bloccata anche la frontiera con Ventimiglia, il corteo sconfinato in Italia

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