Il governo del cambiamento tra promesse e passi indietro

di Sabino Cassese

Per una volta ha ragione il garante del M5S Grillo: “non sappiamo dove andiamo, cosa facciamo e cosa stiamo pensando” (Corriere della Sera, 7 dicembre). L’attuale governo ha dimenticato le promesse e sta facendo molto peggio dei precedenti esecutivi.

Nel “contratto per il governo del cambiamento”, firmato il 18 maggio scorso, c’era scritto che si volevano “avvicinare le decisioni pubbliche ai cittadini” e “incentivare forme di partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica nazionale”. Accade il contrario: tutto è deciso nelle segrete stanze del potere, invece che sotto gli occhi di tutti. Non solo il Parlamento è svuotato con i consueti maxi-emendamenti e successive mozioni di fiducia per troncare il dibattito e evitare la manifestazione del dissenso, ma persino il Consiglio dei ministri è sostituito dai conciliaboli dei due azionisti di governo. S’era cominciato con le consultazioni in “streaming”, continuato con le promesse di più democrazia, si sta svuotando l’organo della democrazia rappresentativa. Non una delle scelte compiute finora è stata sottoposta a procedure di democrazia deliberativa.

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