Marco Bussetti, il ministro che non c’è: ecco chi comanda davvero nella scuola italiana
di Vittorio Malagutti e Francesca Sironi
Missione compiuta. Anche quest’anno la sacra famiglia può stare
tranquilla. Garantisce Marco Bussetti. Nel nome, parole sue, dei «nostri
valori e delle nostre tradizioni», il ministro dell’Istruzione non ha
esitato a spendersi personalmente in difesa del presepe, invitando le
scuole di ogni ordine e grado a «non nasconderlo». Un classico. Già nel
lontano 2004, dalla stessa poltrona di Bussetti, la berlusconiana
Letizia Moratti pubblicò addirittura una lettera aperta sul tema,
schierandosi, manco a dirlo, dalla parte di Gesù bambino. E le cronache
di quattro anni fa raccontano di un Matteo Salvini impegnato a
recapitare statue dei pastorelli ad altezza quasi naturale in un
istituto di Bergamo dove il preside aveva lasciato libertà di scelta
agli insegnanti. Adesso che Salvini comanda a Roma e un suo uomo si è
insediato al ministero dell’Istruzione, l’annoso dibattito sugli addobbi
natalizi, non proprio una questione centrale per il futuro del Paese,
riassume alla perfezione la strategia del governo a trazione leghista.
Simboli e parole d’ordine servono a mobilitare gli elettori: il
migrante, le Ong, l’euro.
Anche il presepe, nel suo piccolo, funziona a meraviglia quando si parla
di istruzione e di valori da trasmettere ai giovani. Intanto però, ben
nascosto dal polverone della propaganda, c’è chi manovra per cambiare i
connotati della scuola italiana. Non è il peso piuma Bussetti, neofita
assoluto della politica, già professore di ginnastica e dirigente del
provveditorato di Milano, catapultato nei palazzi romani per
intercessione del suo amico Giancarlo Giorgetti, ora sottosegretario
alla presidenza del Consiglio. E neppure Lorenzo Fioramonti, il
viceministro con targa Cinque Stelle che fin qui è riuscito a ottenere,
quattro mesi dopo l’insediamento, la sola delega all’Università e non
quella per la Ricerca, che forse arriverà prossimamente, ma forse anche
no. A tracciare la rotta, quindi, non sono il ministro né il suo vice. I
due, peraltro, vivono praticamente da separati in casa, con il secondo
costretto ad apprendere dai giornali, anzi da Twitter, notizie come il
siluramento del capo dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston,
deciso da Bussetti.
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