Il ritorno dell’odio
Ma tornate le feste, si sono ripresentati i guastafeste. Quelli che ci odiano, forse proprio perché ci invidiano quei valori che non hanno, tanto che sono perfino negati dalle loro ‘dichiarazioni’ ufficiali sui diritti civili.
Dove, parafrasando a loro uso e consumo i principi universali dei diritti dell’uomo già sanciti dalla carta dell’Onu, di fatto ne prendono le distanze. Quest’anno si sono palesati a Strasburgo, sede del Parlamento di quell’Unione Europea che, si badi bene, nella propria Costituzione – proprio per non apparire politicamente scorretta – omette qualsiasi cenno alle tradizioni giudaico-cristiane su cui poggia la nostra cultura.
In prima fila a opporsi a questa menzione era stata proprio la Francia, che comunque non viene affatto risparmiata dagli odiatori professionisti. Anzi, come nel caso di ieri, è stata nuovamente selezionata come bersaglio preferenziale. La mente va alle stragi del Bataclan, di Charlie Ebdo e del supermercato.
Questa volta sono riusciti a cogliere, assieme, tre obiettivi emblematici: l’Unione Europea, la cultura occidentale e, di nuovo, un Paese simbolo del Vecchio Continente. Lupi solitari, si era detto in prima notizia. Assolutamente no: organizzazione, pianificazione ed esecuzione di tipo militare. Cui si potrebbe anche aggiungere la scelta dei tempi, in un momento che per i nostri cugini è già di sovraccarico.
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