Strasburgo, più di 400 uomini per la caccia al killer condannato 20 volte

Troppo tardi però. Ha deciso di colpire e di seminare una scia di sangue. Proprio in galera nel 2016 era stato segnalato dall’antiterrorismo francese e indicato come ’fiche S’ per violenze e proselitismo religioso. Insomma tutte le informazioni in mano all’intelligence francese e alla polizia portavano nella direzione di una strage. Un gesto folle e feroce che ha provocato la morte per il momento di tre persone e il ferimento di altre 12. L’attentatore, beffa delle beffe, è fuggito per i vicoli e le strade di Strasburgo a bordo di un taxi. Ora la polizia gli dà la caccia su tutto il territorio nazionale. E alla mente torna la vicenda di Anis Amri, il terrorista dei mercatini di Natale di Berlino ricercato per giorni e poi ucciso dopo un conflitto a fuoco dalla polizia italiana a Sesto San Giovanni. Infine va sottolineato che il sottosegretario all’Interno francese, Laurent Nunez, invita alla prudenza: “La matrice terroristica non è stata ancora stabilita. Bisogna essere molto prudenti. L’assalitore non era conosciuto per reati legati al terrorismo. Durante la sua detenzione in carcere era stata segnalata una sua radicalizzazione. Per questo era sotto sorveglianza”. Intanto due fratelli, il padre e la madre del sospetto attentatore di Strasburgo sono in stato di fermo. Uno di loro è schedato sempre come “S”. Il killer però potrebbe essere già lontano e il ministero degli Interni francese non esclude che possa trovarsi già all’estero. Secondo le testimonianze sarebbe stato ferito ad un braccio. Le nuove ricerche dell’uomo si stanno concentrando in Germania, nella zona di Coblenza al confine con la Francia. Le ricerche sono in corso lungo 30 chilometri sul confine franco-tedesco.

IL GIORNALE

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