Pensioni, quota 100 parte da aprile. Ma per gli statali slitta di sei mesi
I lavoratori privati potranno andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi dal primo aprile se si sono raggiunti i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Chi li raggiungerà dopo, potrà andare via tre mesi più tardi: la finestra è di tre mesi ed è mobile. I lavoratori pubblici, al contrario, dovranno dare un preavviso di sei mesi, ai quali si aggiungono i tre di finestra mobile. La prima data utile sarà il primo ottobre. Le altre a seguire. La pensione con quota 100 non è cumulabile con il lavoro dipendente o autonomo se non nel limite di 5.000 euro annui da lavoro autonomo occasionale. Fino al raggiungimento dell’età pensionabile dei 67 anni. Le pensioni anticipate si potranno conseguire a qualsiasi età anche nel 2019 con 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 10 mesi se donne senza l’aumento di cinque mesi dell’aspettativa di vita che scatta l’anno prossimo per l’età di vecchiaia. Saranno previste per queste pensioni però le finestre trimestrali e quindi il vantaggio reale sarà di soli due mesi.
Nel pacchetto ci saranno anche l’opzione-donna, l’Ape social e la pace contributiva. L’anno prossimo potranno andare in pensione le donne con almeno 35 anni di contributi nate entro il 31 dicembredel 1959 se dipendenti e entro il 31 dicembre 1958 se autonome. A questo trattamento si applica la decorrenza mobile. E il calcolo contributivo della pensione. L’Ape social per gli over 63 in condizione di difficoltà con almeno 30 anni di contributi se disoccupati e 36 se impegnati in lavori gravosi è prorogata al 31 dicembre 2019. Per i giovani si riduce a 2 volte il minimo l’accesso alla pensione anticipata nel sistema contributivo.
E in via sperimentale per il 2019 e il 2020 si potranno riscattare i periodi non coperti da contribuzione (come nel caso del riscatto della laurea) per i quali non sussista obbligo contributivo. Sarà possibile solo per chi è interamente nel sistema contributivo e quindi non ha anzianità contributiva precedente il 31 dicembre 1995. L’onere sarà detraibile dall’imposta lorda (non è ancora definito se sarà il 50% o il 65%).
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