Conte offre a Juncker un deficit al 2,04%. Procedura più lontana
dal nostro inviato
BRUXELLES «Il deficit scende al 2,04%». La
retromarcia dal 2,4% del balcone è consistente, ma Giuseppe Conte la
annuncia con il tono di chi si è levato un gran peso dallo stomaco. Dopo
settimane di trattative e ripetuti incontri con la Commissione, Conte
ieri è volato a Bruxelles insieme al ministro Giovanni Tria per portare a
Jean Claude Juncker e ai commissari Moscovici e Dombrovsky, le tabelle
che correggono i saldi dell’ultimo documento di finanza pubblica. Una
correzione di Bilancio che per la coalizione significa dover rinunciare a
più di sette miliardi. Ma Conte ci tiene a sottolineare che «su Quota
100 e Reddito rispettiamo gli impegni e gli importi». Quello zero tra il
due e il quattro sembrano poter convincere la Commissione che entro il
19 dovrà presentare all’Ecofin una relazione sul bilancio italiano del
2019. Conte spiega il passo indietro sul 2,4 sostenendo che sulle spese
per le misure care a M5S e Lega «eravamo stati particolarmente prudenti
proprio perché volevamo garantire la realizzazione delle misure.
Aspettavamo le stime tecniche che sono arrivate e queste hanno
consentito di recuperare delle risorse». Lo slittamento nel tempo delle
due misure, la serie di condizioni e requisiti necessari per poterne
usufruire, il limite legato alle risorse disponibili ha di molto
alleggerito la quantità di denaro necessario. Intanto, le novità sono
state salutate positivamente sui mercati, con lo spread che è sceso a
quota 272, mentre Piazza Affari ha fatto segnare un +1,9%.
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