Tutto questo casino solo per 2,5 italiani su 100

Alessandro Sallusti

Adesso la gara, tra il governo e l’Europa, è a sostenere chi ha vinto e chi ha perso, manco la legge di bilancio in discussione fosse una partita di calcio o una sfida a burraco.

Se alla fine si chiuderà attorno al due per cento (dal 2,4 iniziale) sarà un pareggio, sostiene qualcuno, dimenticando che nelle sfide dirette, se i tempi regolamentari finiscono pari, si va ai supplementari e se necessario ai calci di rigore.

Ed è questo a preoccupare di più, cioè che l’incertezza si trascini oltre il novantesimo minuto, aggiungendo danni a quelli già provocati da questo inutile tiramolla che dura da mesi. Tradotto, il rischio è di rimanere, al di là di un accordo politico tra governo ed Europa, a lungo in un limbo dove c’è un po’ di quanto annunciato ma nulla di risolutivo per l’economia reale. Perché un po’ di tagli non fanno rigore, un po’ di reddito assistenziale non sconfigge la povertà, un po’ di sconti fiscali non fanno ripresa, solo un po’ di grandi opere non rilanciano sviluppo e occupazione.

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