Trump mette sotto pressione Fed e Borse. Piazza Affari perde l’1,1%
Casa Bianca contro Fed e dati manifatturiero orientano la seduta
Lo spartiacque della prima seduta settimanale dei mercati finanziari è stata la pubblicazione dell’indice Empire State, che
ha segnalato un netto rallentamento della attività manifatturiera nell’area di New York a dicembre, e la dichiarazione di
Trump che ha definito “incredibile” la prospettiva di un nuovo rialzo dei tassi di interesse Usa. A questa presa di posizione
si è aggiunta quella del consigliere per il commercio di Trump, Peter Navarro, secondo cui la politica monetaria della Fed
sta influenzando negativamente i mercati azionari. Wall Street è arrivato a perdere circa l’1% nella prima parte della seduta per poi ridimensionare il passivo ma gli indici vengono comunque
da un dicembre molto negativo (circa -6% l’S&P500).
L’attesa è tutta per la riunione della Federal Reserve, che secondo le previsioni del mercato mercoledì annuncerà il quarto rialzo dei tassi del 2018 a un range tra 2,25 e 2,5%, ma il focus è sulle previsioni future. E proprio sulle prospettive della politica monetaria è intervenuto con forza il presidente Trump: «E’ incredibile che con un dollaro molto forte e con un’inflazione virtualmente inesistente, con il mondo che sta esplodendo intorno a noi, con Parigi che brucia e la Cina che rallenta di molto, la Fed stia anche solo pensando a un altro rialzo dei tassi». Parole che insieme ai dati Usa deludenti stanno contribuendo all’indebolimento del biglietto verde Usa.
Abbigliamento, energia e banche in discesa
Sui mercati
azionari europei, le vendite sono state piuttosto trasversali ai vari
settori ma i più penalizzati sono stati
i retailer (-2,5% lo Stoxx600 a causa del crollo di Asos), l’energia e
le banche. In discesa anche i tecnologici (-1,1%) complice
principalmente il -7,4% della francese Ingenico a Parigi dopo la
rinuncia a progetti di aggregazione strategica per il gruppo
delle carte di pagamento. A livello di indici, Parigi ha perso l’1,1%
nel Cac40, Francoforte ha ceduto lo 0,86%, Londra l’1,05%
e Zurigo l’1,27%.
Dollaro in generale flessione
Sul mercato valutario,
generale correzione del dollaro nei confronti delle principali divise.
Il cambio con la moneta unica
europea è tornato sopra quota 1,13 a 1,1344 per un euro da 1,129
venerdì. Il cambio con la valuta giapponese e’ sceso a 112,96
(da 113,39) e il rapporto sterlina/dollaro e’ salito a 1,2605 da
1,2853. In calo il dollaro/franco svizzero a 0,9931 (da 0,9980).
Euro/yen a 128,08 (da 128,19). Petrolio in discesa Wti gennaio a
50,67 dollari al barile, Brent febbraio stabile a 60,25.
Stabile lo spread Btp/Bund a 270 punti
Chiusura stabile
per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il
decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929)
e il Bund tedesco di riferimento ha concluso la seduta a quota 270
punti base, lo stesso livello di venerdì scorso. Il rendimento
del decennale benchmark è indicato al 2,96% dal 2,95% del closing
della vigilia.
Attesa per una tornata di dati macro, inflazione Eurozona cala a +1,9%
Gli
investitori, dopo i dati deludenti della settimana scorsa sull’economia
cinese che hanno destato preoccupazione sull’andamento
dell’economia globale, guardando alla nuova tornata di dati che
verranno pubblicati in settimana. Si parte oggi con l’inflazione
della zona euro: stando a Eurostat, a novembre il dato annuale è
calato all’1,9% da 2,2% a ottobre. La stima flash indicava
2%. Un anno prima era all’1,5%. Nella Ue 2% dopo 2,2% a ottobre. Un
anno prima era all’1,8%. In Italia calo all’1,6% dopo
1,7% a ottobre, un anno prima era all’1,1%. Nel pomeriggio da
Oltreoceano arriverà l’indice manifatturiero dello Stato di
New York per il mese di dicembre. Nei prossimi giorni, inoltre,
saranno pubblicati gli ordinativi dei beni durevoli di novembre
e il Pil del terzo trimestre. In Europa, invece, sarà la volta di una
serie di indicatori sulla fiducia delle imprese: martedì
18 dicembre l’indice Ifo tedesco e venerdì 21 dicembre si misurerà
anche la fiducia delle imprese manifatturiere italiane
e quella delle manifatture francesi.
Tokyo chiude a +0,62%, occhi alla settimana di Fed e Boj
La
Borsa di Tokyo ha chiuso con il segno più la prima seduta di una
settimana che sarà dominata dalle riunioni della Federal
Reserve e della BoJ, le banche centrali rispettivamente di Stati
Uniti e Giappone. Al termine degli scambi l’indice Nikkei
dei titoli guida ha guadagnato lo 0,62% (+132,05 punti) chiudendo a
21.506,88 punti mentre il più ampio indice Topix ha registrato
un progresso dello 0,13% (+2,04 punti) fermandosi a 1.594,20 punti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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