Ponte Morandi Genova, ricostruzione a Salini Impregilo. Salta la cordata con Cimolai

Cimolai, azienda super specializzata in ponti e opere in metallo

Ma Cimolai, azienda di Pordenone super specializzata in ponti e opere in metallo, si era fatta avanti con un progetto firmato dall’architetto Santiago Calatrava, piaciuto molto alla commissione incaricata di valutare ognuna delle 22 offerte giunte per la ricostruzione del ponte Morandi. Martedì 11 dicembre l’archistar spagnola era stata ricevuta a Genova insieme ai vertici di Cimolai, ottenendo se non rassicurazioni, un notevole gradimento da parte del sindaco e dei suoi collaboratori. La successiva calata a Roma di Bucci aveva raffreddato non poco il suo entusiasmo. Sia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli avevano mostrato qualche perplessità davanti al suo progetto di fusione. Bucci non è uno che si rassegna facilmente. Ci ha provato in ogni modo, arrivando a incassare anche un sostanziale via libera dalla parte leghista del governo, molto sollecitata anche dai suoi parlamentari friulani, alla creazione di una nuova Associazione temporanea di impresa con dentro Salini Impregilo e Cimolai, con quest’ultima che si diceva disponibile a patto che il progetto guida fosse il suo. Alle 18 di ieri Bucci ha chiamato Cimolai dicendo che erano fuori. Ci potrà ancora essere qualche piccola sorpresa, qualche aggiustamento sopravvenuto nottetempo, ma l’ingrato compito di ricostruire il ponte di Genova finirà quasi del tutto sulle spalle di Salini Impregilo, che si è detta disponibile a ritoccare il progetto originario di Piano, riducendo il numero dei piloni previsti, e accettando di fornire tempi certi per una consegna della nuova opera entro il Natale del 2019.

Possibila pioggia di ricorsi

Pare che l’ultimo colloquio con i vertici dell’azienda «sconfitta» non sia stato una passeggiata di salute. Il sindaco avrebbe chiesto a Cimolai di non fare ricorso. «Ci penseremo» è stata la laconica risposta, che ha avuto come effetto quello di far ripartire una trattativa durata fino a notte. Calatrava ha subito fatto sapere di non gradire l’ipotesi di una azione per contrastare una cordata che porta con sé l’idea originaria del nuovo ponte voluta dal suo amico e collega Piano. Esistono ancora margini per un accordo amichevole. Quel che invece non sembra possibile evitare è la pioggia di ricorsi che arriverà da parte delle Ati sconfitte. Saranno tutti senza richiesta di sospensiva dei lavori per carità di patria, almeno questa è la speranza della struttura commissariale, che ieri ha incassato dalla Procura il dissequestro del moncone ovest del Morandi, provvedimento necessario alla vera partenza dell’opera di abbattimento, dopo l’inaugurazione abbastanza fittizia avvenuta pochi giorni fa. L’ex sindaco Beppe Pericu, consultato per un parere «tecnico in qualità di esperto avvocato amministrativista, ha messo in guardia il suo successore Bucci. Per come si è svolta la gara di affidamento dei lavori, c’è ampio spazio per ricorsi di ogni genere. Al momento, se la notte non porterà consiglio sotto le vesti di un ulteriore compromesso dell’ultimo momento, i giochi sembrano ormai fatti. Le discussioni e le polemiche non mancheranno. Ma adesso almeno c’è chiarezza.

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