Manovra, bagarre alla Camera: è il giorno del voto di fiducia, si comincia alle 17
Alle 18 comincerà la chiama. L’Aula continuerà quindi a votare fino alle 24 per esaminare i 244 ordini del giorno presentati al testo. La seduta riprenderà poi dalle 9 di domenica.
Urla e lancio di testi –
“Non volevamo deliberatamente comprimere i tempi ma si è creata una
situazione non ideale: confidiamo che non si ripeta più”, promette
Giuseppe Conte. Ma mentre il premier tiene la conferenza stampa di fine
anno, nell’Aula di Montecitorio lo scontro tra maggioranza e opposizioni
trascende. Si fa fisico. Il presidente della Camera Roberto Fico
diventa per ore bersaglio degli attacchi. E il sottosegretario Massimo
Garavaglia viene colpito alla testa da un faldone della Manovra lanciato
da Emanuele Fiano, deputato Pd e uomo “simbolo” della giornata per la
foto che lo ritrae placcato dai commessi mentre con Luigi Marattin ed
Enrico Borghi litiga con i leghisti. Nel pomeriggio, all’ennesimo
litigio condito da insulti e parolacce, Fico sbotta: “Evitiamo di dare
questo spettacolo”. La rissa scatta quando il leghista Nicola Molteni fa
segno ai Dem di tacere: Marattin scatta. Volano fogli. Fatuzzo srotola
una bandiera del partito dei pensionati: gliela portano via e lui ne
estrae un’altra.
Il governo pone la fiducia e i Dem presentano ricorso alla Consulta
– Il ministro Riccardo Fraccaro pone la fiducia e le opposizioni
fischiano e urlano. Fico, che presidia tutto il giorno l’Aula, fatica a
tenere la calma. La minoranza denuncia la “mortificazione del
Parlamento”, la “violazione della Costituzione”. I Dem, che sabato
saranno in piazza, presentano ricorso per conflitto d’attribuzione:
sulla ammissibilità la Corte Costituzionale si pronuncerà il 9 gennaio.
Non era mai successo che una manovra venisse approvata a scatola chiusa,
denuncia Ettore Rosato, che rimarca l’imbarazzo di Fico. E il
presidente non nega: “Non è mio compito parlare del governo ma rispetto
al lavoro del Parlamento, per me non è un modo giusto di procedere, non
c’è dubbio”, dichiara. E manifesta così un disappunto che è del
presidente del Senato Elisabetta Casellati ma che anche il presidente
Mattarella potrebbe esprimere nel suo discorso di fine anno o, appunto,
in una lettera rivolta al governo al momento della firma della Manovra.
Il 31 è l’ultimo giorno per tramutare la Manovra in legge –
Ora però, spiega Fico, c’è da evitare l’esercizio provvisorio perché il
31 dicembre incombe. A sera, il governo – presente in Aula Giovanni
Tria, assenti i vicepremier – pone la fiducia sul testo. Sarà votata
sabato sera ma poi ci sono altri 250 voti su ordini del giorno: non si
finirà prima di domenica. La minoranza non fa sconti. In Aula ci saranno
i sindacati, che annunciano mobilitazioni. E non finisce qui. Leu, con
Federico Fornaro e Loredana De Petris, si appella a Mattarella. Emma
Bonino, con +Europa, annuncia “varie iniziative a gennaio” contro questa
“deriva senza precedenti”.
I ritardi dovuti all’Europa – I
ritardi sono dovuti alla trattativa con l’Europa, non si poteva fare
altrimenti: ripetono il premier e i suoi ministri. La legge di bilancio,
assicura Conte, non è stata scritta a Bruxelles: al centro, ci sono
reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Ma è proprio sulle
misure di bandiera che si aprirà a gennaio un secondo tempo già carico
di tensioni per il governo. Luigi Di Maio e Matteo Salvini vorrebbero
varare un unico decreto, alla metà di gennaio. Ma i decreti alla fine
potrebbero essere due. Il reddito di cittadinanza resta il nodo: ci sono
bozze, ma ancora tanti aspetti da definire su tempi e modalità. E cosi’
ci prova Conte a tranquillizzare: annuncia i primi assegni “ad aprile” e
difende la misura e Di Maio, che “è stato crocifisso”.
Manovra, bagarre alla Camera: il dem Fiano perde le staffe
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Clima tesissimo all’interno della Camera prima dell’inizio dell’esame della Manovra. La seduta è stata a lungo sospesa per la bagarre scoppiata quando il deputato del Partito Democratico, Emanuele Fiano, si è avvicinato in modo minaccioso verso il centro dell’Aula, sbattendo sui banchi del governo un fascicolo di emendamenti. Nella concitazione del momento, Fiano è stato anche immortalato con la camicia sbottonata fuori dai pantaloni. Solo grazie al pronto intervento dei commessi che lo hanno “placcato”, il deputato dem si è poi calmato.leggi tutto
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