Sì alla manovra: fiducia dalla Camera dopo la bagarre. FI con i gilet azzurri: «Basta tasse»
Truffatori e truffati
A Montecitorio, Fico è stato inoltre costretto più volte a riprendere le opposizioni e, in particolare, i deputati del Pd, tra cui Emanuele Fiano, già protagonista nella seduta di ieri di un duro scontro con alcuni leghisti nell’emiciclo. A suscitare le proteste dei dem sono state le parole di Teresa Manzo, esponente dei 5 stelle, che ha detto: «Scuola, università, pensioni, giovani sono stati per anni il bancomat delle lobby che hanno massacrato il Paese. Noi abbiamo messo fine a tutto questo. In tv e sui giornali tanti economisti si preoccupano per il futuro del Paese. Ma dov’erano quando si votavano provvedimento come Imu-Bankitalia? Avete tutelato i truffatori e non i truffati, non dimenticatelo». Alla parola «truffatori» è scoppiata la reazione dei dem. «Lei deve difendere l’istituzione, invece difende solo il suo gruppo», ha detto Fiano rivolto a Fico. «Io censuro tutti sempre allo stesso modo, se vanno censurati, nel mio giudizio. Censuro tutti allo stesso modo. Io ho reputato di poter fare andare avanti il discorso della deputata», ha replicato il presidente della Camera. shadow carousel
Manovra, Forza Italia in Aula con i gilet azzurri: «Basta tasse»
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Forza Italia: «Accecati dall’arroganza»
Già prima del M5S, le opposizioni si erano scagliate contro manovra e governo. Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, ha contestato la manovra dell’esecutivo Conte dicendo: «La maggioranza considera la Costituzione un orpello. Svegliatevi dal torpore, rappresentiamo milioni di italiani e rivendichiamo il diritto di rappresentarli. La Lega è vittima delle sirene dei Cinque Stelle e ammaliata dal potere ha dato vita a un’alleanza contro natura. Votate al buio, obbedienti a chi vi ha scritto la manovra da Bruxelles. Consegnate all’Italia l’immagine di un Paese con la palla al piede, votatela da soli questa legge degli inganni. Siete così accecati dall’arroganza da riuscire nell’impresa di votare una legge che sapete che dovrete correggere. Avete messo le mani nelle tasche dei pensionati, rivendicando di togliere pochi spiccioli, avete bastonato gli ultimi».
Pd: «Parlamento umiliato»
Contro anche Graziano Delrio, capogruppo del Pd: «È una pagina buia per il Parlamento, che viene umiliato. Avete chiesto la fiducia su una manovra che il Parlamento non ha avuto modo di analizzare. Questo è successo perché per tre mesi avete scelto di sfidare l’Europa, dicendo “Il 2,4% non si tocca”». «Speriamo che il 9 gennaio la Corte Costituzionale stabilisca che questa legge è illegittima, perché non è stato garantito l’equilibrio dei poteri», ha aggiunto Delrio. «Nei 4 anni del precedente governo gli investimenti sono cresciuti del 13%, nei primi 3 mesi del vostro governo lo stato degli investimenti è stato responsabile dello stato di recessione in cui siamo».
FdI: «Dov’è il cambiamento?»
Le critiche sono continuate con Guido Crosetto, deputato di Fratelli d’Italia: «Con questa manovra non ci sarà nessuna svolta, la pressione fiscale aumenta, il reddito di cittadinanza coinvolgerà un decimo della platea inizialmente prevista, e fate quota 100 ma bloccate le assunzioni pubbliche. «Dov’è il cambiamento? Noi siamo partiti con un’astensione nei confronti di questo governo, ma su questo provvedimento non possiamo astenerci. Le Camere escono distrutte, nemmeno chi deve difenderle le difende più, e l’Europa non ha mostrato rispetto per il nostro lavoro. Ma se il Parlamento è più debole anche il governo è più debole». «L’unica crescita che avete ottenuto è quella dello spread, con voi nei primi 6 mesi la crescita è stata pari a zero e vi presentate con questa carta d’identità: questo è l’unico dato prodotto da voi, il resto sono chiacchiere. Avete fatto questa manovra così, scaricando tutti i costi nel prossimo anno e tutti gli oneri sulle nuove generazioni perché sapete che non farete la prossima manovra».
Leu: «Manovra vecchia»
Per Federico Fornaro, capogruppo alla Camera di Liberi e uguali: «Si poteva evitare uno scontro con l’Europa, che poi si è concluso con una ritirata. Si poteva giustificare il deficit con un grande piano di investimenti per la cura del territorio. Invece si è prodotto un maxiemendamento che è una sorta di nuovo Frankenstein. Non è con Facebook e Twitter che si governa un grande Paese come l’Italia, non basta la logica della comunicazione. La manovra è tutto meno che innovativa: è vecchia, premia i grandi evasori e infligge l’ennesimo colpo alla fedeltà fiscale».
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