Palermo, Orlando sospende decreto sicurezza. Ecco come funziona la non applicazione
Palermo, il sindaco Orlando sospende il decreto Salvini: “Non replico al ministro. Giochiamo sport diversi”
Condividi Salvini replica una diretta su Facebook: “Alcuni sindaci del Pd annunciano che non applicheranno il Decreto Sicurezza, alla faccia dei mille problemi, quotidiani e reali, che hanno i loro concittadini. Dobbiamo dare tutto anche agli immigrati irregolari? Io non sono d’accordo. Ricordo a questi sindaci di sinistra che il Decreto Sicurezza, una legge di buon senso e civiltà, è stato approvato da Governo e Parlamento, e firmato dal Presidente della Repubblica”.
“Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare “disobbedienza” sugli immigrati…”, scrive il ministro dell’Interno sui social, anticipando i commenti dei leghisti siciliani Igor Gelarda e Tony Rizzotto. Nessuna disobbedienza per Orlando: “E’ la semplice applicazione dei diritti costituzionali che sono garantiti a tutti coloro che vivono nel nostro paese”, dice il sindaco. “Siamo davanti ad un provvedimento criminogeno – prosegue Orlando -. Ci sono migliaia, centinaia di migliaia di persone che oggi risiedono legalmente in Italia, pagano le tasse, versano contributi all’Inps e fra qualche settimana o mese saranno ‘senza documenti’ e quindi illegali. Questo significa incentivare la criminalità, non combatterla o prevenirla”.
La linea di Orlando riceve consensi. Da Sinistra comune che a novembre aveva presentato un’interrogazione sul tema, all’Arci che definisce “molto opportuna la nota” del sindaco e invita, allo stesso tempo, “a evitare che si creino aspettative nelle tante persone che in questo momento chiedono la possibilità di costruirsi una vita alla luce del sole”.
Anche il segretario del Pd siciliano si schiera con il primo cittadino di Palermo: “Caro Salvini, non ti consentiremo di fare il tuo macabro spot, la tua squallida campagna elettorale sulla pelle degli immigrati”, scrive Davide Faraone su Twitter.
L’apertura che più incuriosisce è quella del presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché: “Troppo grave è il rischio che in Italia, come in Sicilia, le posizioni sull’argomento ‘migranti’ diventino oggetto di tifoserie opposte a causa di una generale disinformazione e di una scarsa conoscenza del fenomeno migratorio”. Per Miccichè si tratta di “una sfida complessa e inedita che richiede un approfondimento culturale e scientifico e una conseguente risposta politica e istituzionale, all’insegna del rispetto della dignità della persona come statuiti dalla Carta dei diritti umani e dalla nostra Costituzione”.
La presa di posizione di Orlando di fronte all’applicazione del decreto sicurezza, secondo il presidente dell’Ars, “pone la politica tutta di fronte a un dibattito che è divenuto assolutamente necessario. Proporrò al Parlamento siciliano una giornata di dibattito sull’argomento. Nel frattempo, ho già provveduto a sentire il presidente della commissione Antimafia, Claudio Fava, per l’istituzione di una subcomissione sul fenomeno migratorio e sulla legislazione attinente”, conclude Miccichè.
Con il sindaco di Palermo, il centro di documentazione Peppino Impastato. “Condividiamo e apprezziamo la decisione del sindaco Orlando di non applicare a Palermo il cosiddetto decreto sicurezza – dice Umberto Santino, il presidente del centro – una disposizione anticostituzionale e disumana, con gravi effetti discriminatori e criminogeni, che il presidente della Repubblica non avrebbe dovuto firmare. Ci auguriamo che altri amministratori seguano l’esempio di Palermo e si sviluppi un grande movimento democratico, contro un governo razzista, che nega diritti elementari”.
REP.IT
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