Il crollo di Apple travolge le Borse. Milano tiene, balzo dello spread
Usa, balza l’occupazione nel settore privato
Buone notizie, invece, dall’economia americana e in particolare dal mercato del lavoro. A dicembre è cresciuta oltre le attesa
l’occupazione nel settore privato: il dato anticipa il rapporto sul lavoro che sarà pubblicato domani relativo allo stesso
mese. Secondo il rapporto mensile redatto da Macroeconomics Advisers e dall’agenzia che si occupa di preparare le buste paga
Automatic Data Processing, il mese scorso sono stati creati 271mila posti di lavoro in più rispetto a novembre, mentre le
stime erano per +178mila.
Tecnologia sotto scacco. A Milano corrono assicurazioni e Telecom Italia
Tutte in calo quindi le Borse europee, con i tecnologici e le materie prime che segnano le performance peggiori a livello
settoriale. A Milano l’effetto Apple si fa sentire su Stmicroelectronics, uno dei fornitori del colosso Usa. Male le azioni anche a Parigi mentre a Francoforte il peggiore èInfineon Technologies. gIù anche i titoli del lusso come Moncler e Salvatore Ferragamo. Recuperano terreno i petroliferi grazie alla tenuta del greggio, alcune utility e le banche. Vanno bene i titoli assicurativi
a partire dalla galassia Unipol. I titoli Carige restano sospesi fino a ulteriori comunicazioni.
- parla il nuovo membro del comitato sorveglianza
- 03 gennaio 2019
Brancadoro: «Ora al lavoro su piano e partner Carige senza bufere su governance»
Acquisti sulle valute rifugio, vola la yen
Il 2019 è iniziato all’insegna di forti tensioni sul forex, con l’indice di volatilità balzato al massimo da ventuno mesi.
Ieri sera, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, «abbiamo assistito a quello che molti definiscono ‘flash crash’
sullo yen, che si è apprezzato vertiginosamente contro tutte le principali valute in pochi secondi».
Il tutto è stato scaturito dall’annuncio di Apple contestualmente ai
programmi algoritmici che tendono ad esacerbare il
movimento, soprattutto se il mercato è povero di liquidità. I timori
sulla Cina si sono riflessi in modo particolarmente negativo
sul dollaro australiano (anch’esso oggetto di flash crash) .
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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