Forza Italia sbotta: “Governo schizofrenico Ma non è ancora pronto a saltare per aria”
Roma «La distanza tra Lega e Cinquestelle non potrà che aumentare, le posizioni sull’immigrazione e ancora di più sull’economia sono inconciliabili».
L’azzurro Alessandro Cattaneo di fronte al caos del governo gialloverde rivendica il ruolo centrale che può e deve avere Forza Italia custode dei valori del centrodestra perché, sottolinea, «noi manteniamo fede agli impegni presi con gli elettori». L’ultimo contrasto tra Carroccio e M5s è ulteriore riprova del divario tra l’idea di accoglienza di Matteo Salvini e quella dei grillini. Ma il governo secondo Cattaneo non è ancora pronto a saltare in aria. «La presa di posizione di Luigi Di Maio è un ulteriore gradino verso la rottura ma non sono ancora pronti al divorzio. Di Maio è in grande difficoltà dopo le espulsioni e la presa di posizione del presidente della Camera, Roberto Fico che è uscito dall’aula durante il voto finale sul decreto Sicurezza – ragiona l’ex sindaco di Pavia- E ora il silenzio assordante dei sindaci M5s Chiara Appendino e Virginia Raggi rispetto alla presa di posizione di Leoluca Orlando e degli altri primi cittadini contro l’applicazione del decreto sicurezza è un segnale di forte disagio interno al movimento. Di Maio doveva dare un contentino a Fico». Per Cattaneo gli italiani sono sempre più preoccupati di fronte alla schizofrenia di questo governo. «I cittadini vogliono un governo coerente e ordinato – prosegue Cattaneo – E soltanto il centrodestra può rispondere al bisogno di stabilità. Il contratto tra Lega e M5s non è che un alibi per tenere insieme posizioni distanti se non addirittura contrapposte». Sull’immigrazione «dobbiamo diventare un paese adulto», dice Cattaneo. Forza Italia condivide i principi contenuti nel decreto sicurezza e per questo lo ha votato nel merito. Sì alla chiusura dei porti dunque. Anche la sinistra si era resa conto del disastro che aveva creato e la marcia indietro dall’accoglienza indiscriminata era già iniziata con Marco Minniti al Viminale.
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