Tre azioni per aiutare la crescita

di Lucrezia Reichlin

Il 2019 si apre con una preoccupazione, in Europa in particolare, per il possibile rallentamento dell’economia. Non è chiaro se questo comporterà una vera e propria recessione (definita come tale quando si verificano almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa del prodotto interno lordo) o semplicemente un rallentamento rispetto al 2018. Per l’Italia, che ha faticosamente terminato la trattativa con l’Europa sulla Finanziaria, è importante capire il nuovo contesto macroeconomico e prepararsi ad affrontare i rischi che questo comporta. Partiamo dai numeri. Già nel 2018 la crescita del Pil dell’Italia, come in altri Paesi dell’euro-zona, ha subito un significativo rallentamento rispetto al 2017. I numeri definitivi non sono ancora noti, ma le stime sono concordi su questo. Esaminando più a fondo le cifre si vede che il picco della crescita è stato raggiunto nel terzo trimestre del 2017 e che quindi il rallentamento è in atto già da un anno e mezzo. i dati più recenti indicano che il rallentamento del tasso di crescita continua nel 2019. L’Italia si muove in sincronia, assieme agli altri Paesi europei, ma cresce in media di un punto percentuale in meno. Nel 2018 si stima che la crescita sia stata dello 0.95% contro l’1.8% della zona-euro e l’1.5 % di Francia e Germania. L’attività economica dei Paesi membri della zona euro è altamente correlata: andiamo su e giù tutti insieme. Questo suggerisce la adozione di misure comuni affinché si stabilizzi il ciclo economico per l’insieme, appunto, dei Paesi. La politica monetaria è già comune, ma è oggi uno strumento azzoppato poiché i tassi di interesse sono vicino allo zero e non c’è spazio per diminuirli ulteriormente. La Bce, ha però lo strumento della comunicazione sulle sue intenzioni future per il tasso di interesse che è un fattore importante per il costo del credito e quindi per consumi e investimenti. Come si è visto, Francoforte rimane comprensibilmente cauta e ha recentemente comunicato che i tassi rimarranno bassi ancora a lungo.

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