Governatori contro il Decreto Sicurezza. Enrico Rossi: “Regione Toscana farà ricorso alla Consulta”
Dopo i sindaci si muovono i governatori contro il Decreto Sicurezza. Già ieri Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, aveva detto che sono in corso le valutazioni per un ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento. Decisione che, annuncia il governatore della Toscana Enrico Rossi, sarà presa lunedì in Toscana.
Contro il Decreto Sicurezza del Governo, infatti, la Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale con una delibera che sarà approvata nella seduta di Giunta fissata per lunedì. Secondo Enrico Rossi, “fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l’insicurezza. Nel frattempo – sottolinea Rossi – per aiutare e assistere i migranti e tutti coloro che hanno bisogno, come fanno i volontari, i sindaci e come già facciamo noi, almeno in Toscana si avranno tutele stabilite da una legge regionale. Lo scorso 22 dicembre, infatti, io e la mia Giunta abbiamo approvato una proposta di legge – che sarà votata dal prossimo Consiglio regionale e per la quale abbiamo già previsto in bilancio 2 milioni di finanziamento – che tutela i diritti della persona umana, a prescindere dalla cittadinanza: diritti per tutti, non solo per i cittadini italiani, ad essere curati, ad avere una dimora, un’alimentazione adeguata e ad avere un’istruzione. La materia sanitaria, assistenziale e l’istruzione – continua Rossi – sono materie concorrenti su cui le Regioni, per il titolo V della Costituzione, hanno potere di legiferare. Già nel 2010 la Corte Costituzione si era pronunciata contro il governo Berlusconi e aveva dato ragione alla Toscana su una legge analoga che riconosceva il diritto di ogni persona alla cura. Forte di quella sentenza la Giunta propone ora al Consiglio regionale una legge più estesa e precisa, l’esatto contrario di quella del Governo, che invece viola i diritti fondamentali della persona umana. Confidiamo che possa essere approvata in via definitiva per la metà di gennaio”.
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