Governatori contro il Decreto Sicurezza. Enrico Rossi: “Regione Toscana farà ricorso alla Consulta”
Salvini replica. “Ci sono 119mila toscani (pari a 53mila famiglie) in condizioni di povertà assoluta – dice il ministro dell’Interno – si contano quasi 22mila domande per ottenere una casa popolare in tutta la Regione, si registra una sanità criticata da medici e utenti per le liste d’attesa, i tagli e i turni di lavoro massacranti. Eppure il governatore Enrico Rossi straparla del Decreto sicurezza che dà più legalità, risorse e strumenti agli amministratori locali. Lui pensa ai clandestini, noi agli italiani”.
Anche Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, è pronto a unirsi alla protesta e all’azione legale. “Assieme alle altre Regioni che in questi giorni hanno annunciato un’analoga iniziativa, evidenziando le nostre stesse preoccupazioni, ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale per chiedere l’annullamento della normativa al fine di stoppare una legge che viola diversi trattati internazionali sui diritti umani e i principi fondanti la nostra Costituzione” afferma. “Avevo già espresso, in occasione del dibattito parlamentare circa l’approvazione del Decreto Sicurezza – aggiunge Oliverio – tutte le mie perplessità rispetto ad un provvedimento fortemente discriminatorio nei confronti di persone, immigrati regolari, che non potranno godere di diritti fondamentali. Oggi, gli atti di disobbedienza annunciati e praticati da diversi sindaci italiani confermano le mie preoccupazioni ed hanno il mio pieno sostegno”.
Si schiera tra i governatori “ribelli” anche Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, scrivendo su Facebook che “sta approfondendo gli aspetti relativi al ricorso alla Consulta” sul decreto Sicurezza del governo. “Posso già affermare – prosegue – che in Umbria si garantirà l’accesso alle cure e all’assistenza sanitaria per tutte le persone, a cominciare da quelli in emergenza”.
Ieri Sergio Chiamparino aveva detto che “non possiamo stare a guardare come se non stesse accadendo nulla. Stiamo dunque valutando se esistono i fondamenti giuridici per un ricorso della Regione, direttamente o come tramite dei Comuni, alla Corte Costituzionale. Se ci sono le condizioni giuridiche, non perderemo tempo”. Secondo il presidente della Regione Piemonte “le forti critiche che emergono in tutto il Paese sono le stesse che avevo avanzato in un recente incontro con i sindaci e i responsabili Sprar del Piemonte”.
Il governatore del Lazio e candidato alle primarie Pd Nicola Zingaretti aveva affidato il suo pensiero a Facebook, ponendosi “al fianco dei sindaci che non si arrendono e che ogni giorno lavorano per cambiare il loro territorio, nonostante Salvini, nonostante Di Maio”. Non si è tuttavia ancora espresso sulla possibilità di ricorrere alla Consulta.
L’HUFFPOST
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