“Quota cento” si allontana: ​in pensione sei mesi dopo

PENSIONAMENTO ANTICIPATO Si blocca il requisito contributivo della legge Fornero. Dal primo gennaio 2019 l’anzianità si ferma a 42 anni e 10 mesi e non 43 anni e 3 mesi come previsto dall’adeguamento all’aspettativa di vita. Abrogato l’incremento dell’anzianità anche per i lavoratori precoci che da quest’anno avrebbe dovuto passare da 41 anni a 41 anni e 5 mesi. APE

SOCIAL E OPZIONE DONNA Prorogato di un anno al 31 dicembre 2019 l’Ape social, cioè il pensionamento anticipato per alcune categorie svantaggiate con 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto al requisito anagrafico della Fornero con 20 anni di contributi. Prorogata anche opzione donna: 58 anni con 35 di contributi e ricalcolo contributivo della pensione.

TFS CON IL PRESTITO Gli statali che si pensioneranno con quota 100 riceveranno il trattamento di fine servizio secondo i dettami della legge Fornero: al conseguimento dell’età pensionabile e in tre rate annuali massime. Per evitare che i 62enni debbano aspettare 8 anni per avere il Tfs è prevista la stipula di convenzioni con il sistema bancario per ottenere un prestito a condizioni di vantaggio che anticipi il trattamento. SANATORIA CONTRIBUTIVA È possibile per i lavoratori in regime contributivo (cioè che abbiano versamenti dal primo gennaio 1996) riscattare fino a cinque anni mancanti. Il versamento potrà essere effettuato in 60 rate mensili non inferiori 30 euro e sarà deducibile al 50% dall’Irpef in cinque rate annuali.

PENSIONE DI CITTADINANZA La pensione di cittadinanza è di 630 euro al mese (7560 l’anno) per scala di equivalenza più 150 euro al mese (1.800 l’anno) per il sostegno all’affitto. Il percettore deve avere più di 65 anni e così anche l’altro componente del suo nucleo familiare. In quest’ultimo caso il trattamento sale del 40% e si attesta a 882 euro più 150 euro per l’affitto per un totale di 1.032 euro al mese. Come per il reddito di cittadinanza anche in questo caso le premesse e le promesse erano altre.

SCIVOLO SENZA TURNOVER I fondi di solidarietà bilaterali tra aziende e lavoratori potranno anche erogare assegni ai lavoratori per raggiungere quota 100 per favorire il ricambio generazionale. Questi fondi, istituiti dalla legge sul Jobs Act, saranno così impiegati anche per gli «scivoli», ossia i pensionamenti anticipati di tre anni su quota 100 (cioè per chi ha minimo 59 anni). L’assegno potrà essere erogato solo in presenza di accordi aziendali che dovranno prevedere il numero dei lavoratori da assumere in sostituzione di coloro che andranno via. Non viene quindi stabilito un rapporto 1:1 tra pensionandi e neoassunti (così come prevedevano alcune indiscrezioni non confermate), ma le modalità del turnover vengono demandate all’accordo collettivo di livello aziendale o territoriale sottoscritto tra aziende e sindacati. INPS E INAIL All’Inps, che dovrà occuparsi tanto di quota 100 quanto del reddito di cittadinanza, sono stati destinati 50 milioni per nuove assunzioni. Confermata la reintroduzione del cda per Inps e Inail. Il ministero del Lavoro ha precisato che la norma non comporterà il commissariamento degli enti.

IL GIORNALE

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