La scelta di Salvini: “Non chiudo gli stadi per i cori razzisti”
francesco grignetti roma
È una ricetta antica, quella del ministro Matteo Salvini sul calcio e il tifo. Un ritorno al passato. Alla vigilia della ripresa del campionato di calcio, metabolizzata la giornata di straordinaria violenza di Milano, durante la quale è morto l’ultras varesino Daniele Belardinelli, il ministro riapre la strada ai famosi treni per tifosi. «Vietare le trasferte, non va bene. Come chiudere gli stadi. È la resa dello Stato. Ma meglio evitare le trasferte fai-da-te. Sono più controllabili 1000 tifosi che viaggiano tutti assieme, e se qualcuno danneggia le carrozze ferroviarie ne risponderà, piuttosto che avere 100 minivan che entrano in città da tutte le parti».
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