Fondo da 1,3 miliardi per salvare Banca Carige
Con le «misure urgenti» approvate lunedì sera dal Consiglio dei ministri, lo Stato mette in conto sulla carta tra garanzie e sottoscrizione di azioni, 1,3 miliardi per «salvare» Carige.
Lo si legge nel decreto bollinato in tarda sera dal Quirinale. Il testo approvato prevede due possibili interventi di cui l’istituto commissariato dalla Bce può avvalersi, come misure di ultima istanza. A questo scopo il governo ha stanziato un fondo di 1,3 miliardi di euro, di cui: 1 miliardo destinato alla sottoscrizione di azioni della banca genovese al fine di rafforzarne il patrimonio e 300 milioni per le garanzie concesse dallo Stato sulle passività di nuova emissione e sull’erogazione di liquidità di emergenza. Nel decreto vengono citati altri 3 miliardi che però non corrispondono ad alcuno stanziamento aggiuntivo da parte del governo, ma si riferiscono al limite nominale del valore dei bond sui quali può essere posta la garanzia, per i quali vengono stanziati 300 milioni di euro. I soldi serviranno per coprire le spese della sottoscrizione e acquisto di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale e delle garanzie concesse del Tesoro su eventuali bond che Carige dovrà emettere sul mercato per raccogliere liquidità in caso di emergenza. La ricapitalizzazione stimata è però di «solo» un miliardo. Lo Stato, tramite il ministero del Tesoro, è autorizzato a sottoscrivere o acquistare, entro sei mesi e nel limite massimo di un miliardo, azioni emesse da Carige. La garanzia statale verrà concessa fino al 30 giugno, rispettando così la disciplina europea in materia di aiuti di Stato, e appunto «fino a un valore nominale di 3 miliardi». Se questo «ombrello» non dovesse bastare, la seconda parte del decreto prevede il rimedio più estremo. Ovvero la «possibilità» di intervenire con una ricapitalizzazione precauzionale. «L’ipotesi è da considerarsi come del tutto residuale», hanno sottolineato i tre commissari straordinari di Carige. E nel decreto si legge anche che «gli strumenti di debito subordinato emessi da Carige risultano scaduti o estinti tranne che» per il bond da 320 milioni sottoscritto dallo Schema Volontario del Fondo interbancario. Due miliardi potrebbe essere recuperati tagliando per 1 miliardo i fondi multilaterali di sviluppo e al Fondo globale per l’ambiente, mentre il resto sarà prelevato dal Fondo per le garanzie concesse dallo Stato. In ogni caso per chiedere l’intervento dello Stato, Carige dovrà presentare a Bce e Bankitalia un piano di rafforzamento patrimoniale.
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