Giuseppe Conte seppellito dal sondaggio: il 63% degli italiani sta con Matteo Salvini

Riassumiamo i fatti. A dicembre, dopo mesi di relativa tranquillità nel canale di Sicilia, due navi di Ong straniere – la Sea Watch e la Sea Eye – si sono spinte al largo della Libia per provare a intercettare gommoni carichi di clandestini. Prima di Natale ne hanno incrociati alcuni e hanno raccolto una cinquantina di disperati. Secondo alcune fonti, peraltro, lo avrebbero fatto violando gli inviti della guardia costiera di Tripoli, che era pronta a intervenire per riportare subito i migranti sulla sponda meridionale del Mediterraneo. Il seguito è da copione: le imbarcazione hanno fatto rotta verso nord invocando il nostro aiuto per le povere anime. Il Viminale ha ribadito che i porti italiani sono chiusi. Di conseguenza i rifugiati sono rimasti per 18 giorni in attesa in mezzo al mare.

In tanti si sono commossi, dal Papa in giù. Poi ieri la situazione si è sbloccata, Palazzo Chigi ha dato il via libera: «Dobbiamo fare qualcosa per quella gente», ha detto il premier. Parteciperemo anche noi al piano di solidarietà europeo (con otto nazioni coinvolte) e ci accolleremo qualche famiglia in cerca di fortuna.

TUTTI IN EUROPA
L’attracco è avvenuto mentre Salvini si trovava in missione in Polonia. E Matteo ha reagito male. Il politico nordista ha elencato al suo primo ministro tutte le volte che i maltesi e l’ Ue in generale ci hanno preso in giro in situazioni analoghe: prima promettono di accogliere, poi li mollano da noi. Di conseguenza, per quanto lo riguarda, non se ne parla nemmeno di ospitarli. Conte, però, ormai ha dato la sua parola.

GOMITATE
Cosa succede adesso? Salvini ieri pomeriggio era tentato dall’ idea di bloccare gli stranieri sull’ aereo che li porterà da La Valletta in Italia («Magari arriveranno in parapendio…», ha detto ieri, «non controllo lo spazio aereo ma io l’ aereo lo uso per fare i viaggi. Chi arriva lo deve fare con i documenti»). Poi ha scelto di smorzare i toni. Meglio evitare guerre: la verità è che il ministro non vuole aprire una vera crisi di governo. E ieri nella notte ha incontrato il presidente e Di Maio a Palazzo Chigi per un chiarimento. Un accordo in qualche modo arriverà, ma resteranno ruggini e imbarazzi.

Conte, in particolare, è accusato di continuare a invadere le competenze del vicepremier, il quale inizia a innervosirsi. La Lega imputa al presidente del Consiglio di dar troppa attenzione alle pretese dei pentastellati, soprattutto quelli dell’ ala “integralista” di Roberto Fico. Si avvicina la campagna elettorale per le Europee e M5S ha bisogno di smarcarsi dal Carroccio. Lo dicono i sondaggi: il partito fondato da Bossi cresce, i seguaci di Beppe Grillo calano. Così quest’ ultimi provano a rilanciare e continuano a pretendere sempre di più dall’ alleato. I leghisti, tuttavia, sono già stati costretti a ingoiare l’ indigesta polpetta rappresentata dal reddito di cittadinanza. Difficile costringerli a rinunciare a quanto ottenuto sui profughi.

NUMERI E SONDAGGI
Salvini, d’ altra parte, ha dalla sua i numeri. Ieri sui social ha pubblicato un sondaggio di SkyTg24: il 63% degli intervistati si dichiarava favorevole alla linea dura del ministero degli Interni. Non certo una sorpresa. Così come non sorprende che la frase del giorno su Twitter sia stata “Salvini non mollare”. Infine ci sono i sindaci, non la decina che da giorni minaccia ricorsi contro il decreto Sicurezza, ma i 450 che hanno firmato una lettera per manifestare sostegno al Viminale. Tra i tanti, quelli di Genova, L’ quila, Trieste, Venezia, Alessandria, Andria, Arezzo, Como… Quattrocentocinquanta, esattamente come le imbarcazioni che Luigi De Magistris ha annunciato di voler spedire nel Mediterraneo per soccorrere gli immigrati. Ora resta da capire da che parte stanno Giuseppe Conte e i grillini.

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