I sospetti dell’Fbi su Trump al soldo dei russi

paolo mastrolilli inviato a new york

L’Fbi aveva aperto un’inchiesta su Trump quando era già presidente, sospettando che lavorasse per la Russia. Non un’indagine sulla collusione con Putin per influenzare le elezioni del 2016, ma una vera e propria operazione di controspionaggio, basata sull’ipotesi che il capo della Casa Bianca fosse in sostanza un agente al servizio o ricattato dal Cremlino.

La notizia è stata pubblicata dal «New York Times», e Trump ieri ha reagito via Twitter, scrivendo che dimostra come agenti deviati avessero cospirato per abbatterlo. Qualunque sia la verità, si tratta in ogni caso di una notizia grave, perché le ipotesi possibili sono solo due: o il presidente era davvero un uomo in mano alla Russia; oppure all’interno dell’Fbi c’era un gruppo di persone corrotte o incompetenti, che manovravano per distruggerlo.

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