Stop al bonus baby sitter, ma più supporto per la rata dell’asilo
Introdotto come esperimento nel triennio 2013-2015, poi via via
prorogato, dava la possibilità alla madre lavoratrice di “richiedere, al
termine del congedo di maternità ed entro gli 11 mesi successivi, in
alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di
baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri della rete
pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati,
per un massimo di sei mesi”. In sostanza, era un buono da 600 euro
mensili (da ricalcolare in caso di part-time) per le madri che
scegliessero di rientrare al lavoro invece di sfruttare il congedo
parentale, la maternità comunemente nota come ‘facoltativa’. Soldi che
in passato venivano girati direttamente agli asili nido accreditati
all’Inps, oppure da trasformare in “libretti famiglia” (i discendenti
dei voucher per il lavoro occasionale) per pagare il servizio di baby
sitting. Il limite per sfruttare il supporto – pensato per facilitare il
reinserimento delle donne nel percorso lavorativo, oltre che per
supportare i casi dove questo è necessario per ragioni economiche – era
fissato a sei mesi per le dipendenti o iscritte alla Gestione separata,
in tre mesi per le autonome o imprenditrici.
Il Bonus nido sale a 1.500 euro
Misura confermata, ma modificata, dalla legge di bilancio per il 2019 è il cosiddetto “bonus asilo nido”, per il quale le nuove richieste potranno essere inoltrate all’Inps dalle 10 del prossimo lunedì 28 gennaio. Rispetto alla formula introdotta nel 2016, si tratta di un cambiamento migliorativo per gli utenti: il contributo per il pagamento delle rette di asili nido pubblici e privati – o di forme di assistenza domiciliare (in caso di gravi patologie) – per i bimbi sotto i tre anni (nati dal 1° gennaio 2016) sale da 1.000 a 1.500 euro. Resterà tale dal 2019 al 2021 (la legge di Bilancio ha aumentato di 40 milioni la dotazione sul 2020). Essendo erogato su 11 mensilità (in caso di frequenza all’asilo per questi mesi), arriva a un massimo di 136,37 euro al mese.
Per
presentare la domanda nei prossimi giorni, i genitori dovranno allegare
sul portale Inps la documentazione che testimoni il pagamento almeno
della retta relativa al primo mese di frequenza. Per l’assistenza
domiciliare invece si richiede l’attestazione da parte di un pediatra.
L’Istituto ha pronta l’app per facilitare l’invio della documentazione
di avvenuto pagamento delle rette, in base alla quale viene mensilmente
erogato il contributo. Chi accede a questa forma di contributo, è bene
ricordarlo, non potrà portare in detrazione fiscale le spese legate alla
frequenza degli asili nido (il 19% di quanto speso fino a 630 euro).
Teoricamente, non era neppure cumulabile con il voucher baby-sitting,
che però non è stato rinnovato.
Assegno di natalità (bonus bebè) più generoso dal secondo figlio
Anche
il cosiddetto bonus bebè (propriamente è l’assegno di natalità) resta
in piedi, con la novità di una maggiorazione del 20 per cento del
sostegno a partire dal secondo figlio in avanti, per la quale l’Istituto
sta aggiornando i sistemi di erogazione. Questo contributo – da
richiedere entro 90 giorni dalla nascita del figlio o dall’ingresso nel
nucleo familiare di un bambino o una bambina affidati o adottati – è
collegato al reddito. In caso di un ISEE minorenni inferiore ai 7mila
euro, la misura è di 1.920 euro e scende invece a 960 euro in caso di
indicatore del reddito equivalente fino a 25mila euro. Il pagamento
dell’assegno è mensile.
Premio alla nascita e congedo per i papà
Tra le altre forme di supporto, si possono ricordare infine una ulteriore conferma e una modifica. Il bonus “mamma domani”, il premio alla nascita da 800 euro destinata alle donne al settimo mese di gravidanza o alle adozioni e affidamenti, resta in vigore. Per quanto riguarda invece il congedo per i papà (anche in questo caso, non si parla solo di nascita ma anche di adozioni e affidi), sale da quattro a cinque giorni e resta ferma la sua fruibilità entro i cinque mesi di vita del figlio. Confermata la possibilità di fruire di un giorno di congedo facoltativo, in alternativa a quelli della madre.
REP.IT
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