Lega-5 Stelle, battaglia sulle nomine
di ANTONELLA COPPARI
Roma, 17 gennaio 2019 – Se la coalizione giallo-verde ha un senso il Carroccio pretende la sua parte. Altrimenti non lesina in dispettucci, come ha fatto ieri sgambettando a Palazzo Madama, in commissione Ambiente, il candidato proposto dal ministro Costa per la presidenza del parco del Circeo: il generale Antonio Ricciardi. “Non abbiamo condiviso il metodo”, spiega il senatore leghista Arrigoni. Una scelta concordata più con il presidente della Regione Zingaretti (i suoi ‘referenti’ Mirabelli e Messina si sono astenuti nel voto) che con i soci di governo. Troppo forte l’odore di inciucio, Salvini chiede ai suoi di far saltare il banco (il risultato finale è di 13 no e 7 sì) d’intesa con Forza Italia e la maggioranza del Pd, cui non par vero mettere i bastoni tra le ruote a un eventuale accordo nazionale tra il governatore del Lazio e M5S.
Indietro non si torna, garantiscono i leghisti a Costa che – puntando sulla natura ‘consultiva’ del parere della Commissione – ripete: il nome resta quello, “non accetteremo diktat su persone non adeguate”. Siccome in ballo ci sono una dozzina di presidenze di parchi, il Carroccio ne vuole la metà, a cominciare da quelli delle Dolomiti e dei monti Sibillini. Escluso – dicono a via Bellerio – che il ministro dell’Ambiente le decida una alla volta, mettendosi d’accordo con i vari governatori. Di qui il pressing sull’esponente pentastellato cui chiedono chiarezza in un’interrogazione alla Camera.
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