Un’Europa più debole

di SALVATORE VASSALLO

Il contorcimento della politica britannica dimostrano quanto possa essere rischioso giocare alla democrazia diretta senza cautele. Il referendum fu promesso dall’allora premier Cameron nel 2015, quando sembrava certo che avrebbe prevalso l’intenzione di rimanere nella Ue. È stato poi vinto nel 2016 a larga maggioranza dai sostenitori della Brexit, molti dei quali abituati a considerare i vantaggi dell’adesione un fatto dovuto e a sovrastimare i margini di libertà riconquistabili uscendo.

Da allora i politici di governo e opposizione si dimenano intorno alle strategie per dare seguito a quel mandato, tutte piene di difetti. E ancora oggi nemmeno i meglio informati sanno come andrà a finire. Alcune alternative paiono però più plausibili di altre. La premier al momento rimane insostituibile. Perché mancano poco più di due mesi al giorno fissato per l’exit e perché, in base a una legge del 2011, il parlamento avrebbe solo due settimane, dopo averla sfiduciata, per scegliere un successore ed evitare elezioni anticipate.

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