Un’Europa più debole

Confermata una May sempre più fragile, ed escluso che la Ue possa concedere più di quanto ha già previsto l’accordo bocciato dalla Camera dei Comuni, piuttosto che andare dritti verso il burrone dell’uscita senza paracadute, è plausibile che si affermi l’ipotesi di un rinvio. La Corte di Giustizia europea ha già offerto il destro, sancendo che Londra può disattivare unilateralmente la procedura dell’articolo 50, così come unilateralmente l’aveva attivata. Si prenderà tempo, ma poi, di nuovo, riapparirà lo stesso dilemma diabolico che nessun leader sarà in grado di sciogliere.

Diventerà allora meno improbabile un secondo referendum, che ribalti il voto del Parlamento approvando l’accordo con l’Ue, oppure che ribalti il voto popolare del 2016, sempre che non vinca la posizione degli estremisti stravaganti alla Boris Johnson, favorevoli a uscire sbattendo la porta, a qualunque prezzo.

Comunque vada, la Ue ne risulterà indebolita. Trovare un nuovo equilibrio per rilanciarla, con o senza Gran Bretagna, sarà dura (Putin e Trump ringraziano). Ma neppure oltremanica ci saranno tanti motivi per esultare.

QN.NET

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