Pensioni, Tito Boeri fugge dal caos Inps: cosa rischiano i nostri assegni

di Antonio Castro

Tito Boeri, uno dei più sanguigni presidenti dell’Inps, saluta e se ne va. A dirla tutta l’incarico dell’economista scadrà a metà febbraio ma Boeri si “porta avanti” e comincia a salutare. E a dire la sua. Alla vigilia del varo del Reddito di cittadinanza – che secondo il governo interesserà 4.916.786 persone, vale a dire 1,73 milioni di nuclei familiari – e del lancio di Quota 100 (platea potenziale 350mila persone), Boeri si affretta a passare il testimone.

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Tramite l’Inps passeranno milioni di nuove operazioni. Manca ancora la convenzione con i Centri di assistenza fiscale (Caf), che dovrebbero fare da primo vaglio per le richieste di Reddito. Le domande di pensionamento poi peseranno interamente sull’Istituto. Boeri – salutando il Consiglio di vigilanza – avverte che il lavoro per l’Isituto sarà più che impegnativo. E che il governo deve affrettarsi a nominare un nuovo presidente per dare all’Inps quella guida che serve in momenti simili. La scelta di una figura di raccordo tra l’anima grillina e quella leghista non è operazione facile. Basta considerare il pantano in cui è finita la maggioranza nel caso Consob, che da oltre 3 mesi non ha un presidente nonostante le rassicurazioni.
Se la nomina del numero uno dell’ autorità di vigilanza sulle società e la borsa ha provocato tanti problemi, bisogna immaginare quanti ne sorgeranno per la nomina del vertice Inps.

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