Borse deboli, a Piazza Affari svettano Campari e Telecom. Spread verso 250
A Piazza Affari vendite su Stm, banche a due velocità
A Piazza Affari, pesante Stmicroelectronics che risente delle previsioni deboli di Tsmc, uno dei principali fornitori di Apple, che ha riportato comunque utili in
linea con le attese. Le banche, partite deboli, viaggiano ora a due velocità con Bper Banca in recupero, Banco Bpm in stallo e le altre in calo. Tengono le utility, penalizzate nei giorni scorsi, mentre rallenta il passo Juventus Fc: il titolo ha aperto in rialzo di quasi due punti dopo la vittoria ieri sera della Supercoppa contro il Milan, per poi essere colpita dai realizzi. Premiata Amplifon, l’altra new entry del Ftse Mib, bene Unipol e Unipolsai in cima
al listino mentre è debole Generali che soffre dopo il taglio di rating a sell da parte di Citi. Rialzano la testa le Telecom Italia nell’attesa di eventuali novità dal cda che torna a riunirsi ancora, dopo quello che si è tenuto nei giorni scorsi. Il board
affronterà il tema del budget, ma potrebbe esaminare anche il dossier della vendita di Persidera, la società dei multiplex
controllata al 70 per cento. Fuori dal listino principale male Mediaset che subisce l’underperform da parte di Bofa Merrill Lynch .
BTp, spread con Bund in lieve rialzo, rendimento resta sotto il 2,8%
Lieve
rialzo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra
il decennale benchmark italiano e il pari scadenza
tedesco è indicato sopra i 255 punti base, con il rendimento sul
decennale che si conferma sotto il 2,8%. «Gli acquisti sui
titoli italiano potrebbero essere legati all’attesa degli operatori
di una nuova operazione di rifinanziamento a lungo termine
della Bce (i BoT verrebbero usati come collaterale) – scrivono gli
analisti di Mps Capital Services – dopo l’ottima domanda
del nuovo titolo a 15 anni che ha visto il forte ritorno di interesse
degli investitori esteri, il Mef sta valutando la possibilità
di ritornare ad emettere titoli in dollari».
Rallenta l’inflazione europea, frena il settore delle costruzioni
In
Europa Eurostat ha confermato che il tasso di inflazione annuale a
dicembre nella zona euro è calato a quota 1,6% da 1,9%
a novembre. Un anno prima era all’1,4%. In più sempre oggi è
emerso che a novembre la produzione nel settore delle costruzioni
nella zona euro è calata dello 0,1% rispetto a ottobre. Rispetto al
novembre 2017 è aumentata dello 0,9%. In Italia, inoltre,
l’Istat ha certificato che a novembre il surplus commerciale
italiano si è ridotto di 825 milioni di euro rispetto allo stesso
mese del 2017, portandosi a 3.843 milioni.
In Usa dati lavoro e manifatturiero sopra le stime
Nei
sette giorni conclusi il 12 gennaio, il numero dei lavoratori che per la
prima volta hanno fatto richiesta per ricevere
sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è inaspettatamente sceso
battendo le stime degli analisti. Secondo quanto riportato
dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di
disoccupazione sono calate di 3mila unità a 213.000 unità,
contro attese per un dato a 220.000 unità. Il dato non è lontato dai
minimi di 49 anni fa toccati lo scorso settembre e pari
a 202mila unità.
Anche le condizioni del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia sono migliorate a dicembre più del previsto. L’indice
di riferimento calcolato dalla Federal Reserve di Philadelphia è salito a 17 da a 9,1 punti di dicembre. Il dato è migliore
delle previsioni degli analisti, che si aspettavano un rialzo a 8 punti.
Trimestrali americane, Morgan Stanley delude
Morgan
Stanley, ultima delle grandi banche americane a pubblicare i conti del
2018, nel quarto trimestre ha visto salire i
profitti, anche grazie a benefici fiscali per 111 milioni (lo stesso
trimestre dell’anno scorso avevano inciso in negativo
per un miliardo), ma ha deluso le aspettative degli analisti sul
fronte di utile e fatturato. Questi ultimi sono stati penalizzati
dalle turbolenze dei mercati, che hanno rallentato due delle
divisioni più grandi, ovvero quelle di trading e gestione patrimoniale.
Nei tre mesi a dicembre, l’utile netto attribuibile a Morgan Stanley è
stato pari a 1,531 miliardi di dollari, 80 centesimi
per azione, contro i 643 milioni, 26 centesimi per azione, dello
stesso periodo del 2017. L’utile attribuibile agli azionisti
ordinari è salito del 188% a 1,361 miliardi. I ricavi si sono
attestati a 8,548 miliardi, in discesa del 10% dai 9,5 miliardi
dello stesso periodo dell’anno precedente. Gli analisti attendevano
profitti per 89 centesimi per azione su un giro d’affari
di 9,3 miliardi. Per quanto riguarda l’intero 2018, i ricavi sono
saliti del 6% a 40,107 miliardi, l’utile netto attribuibile
alla società è aumentato del 43% a 8,748 miliardi e quello
attribuibile agli azionisti ordinari è cresciuto del 47% a 8,222
miliardi.
Tornano gli acquisti sullo yen e sul dollaro
Dopo una
seduta di ieri molto tranquilla, torna la cautela degli operatori sul
valutario come testimonia l’apprezzamento generalizzato
di yen e dollaro che sono tornati a guadagnare terreno soprattutto
verso il comparto emergente. In tale contesto il cambio
euro/dollaro continua a mantenersi sotto 1,14, mentre l’euro/sterlina
rimane al minimo da fine novembre in attesa di nuovi
sviluppi sul fronte Brexit. Realizzi sul greggio, dopo la seduta di
ieri in rialzo nonostante i dati settimanali abbiano evidenziato
un forte aumento della produzione Usa, salita al massimo storico di
11,9 mln b/g.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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