La Lega vuole cambiare il decretone: “Ma non faremo cadere il governo”
Una linea prudente, dopo la minaccia di non votare il reddito che Salvini aveva agitato la scorsa settimana. «È chiaro che a noi il reddito di cittadinanza non piace – insiste il parlamentare leghista – ma nel decreto c’è anche “Quota 100”, per noi sarebbe un boomerang tentare un blitz sul reddito. Loro reagirebbero sulle pensioni. Per questo siamo disposti a “digerire” il reddito». Anche perché, è la convinzione di Salvini e della Lega, «Di Maio è in difficoltà sul reddito di cittadinanza, secondo noi non riuscirà a farlo partire entro aprile come dice. Ma è un problema suo».
L’obiettivo è la conta delle europee, nessuno lo nasconde in casa Lega. «Per ora abbiamo solo sondaggi. Le europee possono certificare i nuovi rapporti di forza, con noi che sorpassiamo M5s. E a quel punto ci dovrà un riequilibrio, un rimpasto di governo. Anche perché gli stessi 5 stelle sono scontenti di alcuni loro ministri…». Luigi Di Maio dice di non credere ai sondaggi che danno la Lega sopra di quasi dieci punti: «Non ci prendono mai». Ma non a caso spinge perché il reddito parta entro aprile. «Farà come Renzi – dice un parlamentare leghista – farà partire le pratiche prima delle europee, facendo arrivare i primi accrediti solo dopo il voto. Così evita anche la delusione di chi si aspetta 780 euro e magari si vedrà arrivare solo 300 o 400 euro…».
La “spiata” dei vicini
La linea delle modifiche concordate viene confermata anche da Stefano Buffagni, sottosegretario M5s al ministero per gli Affari regionali. «Il reddito di cittadinanza è partito, poi sono certo che la Lega lavorerà per migliorarlo». E per scongiurare il rischio di truffe, cioè persone che magari prendono il reddito di cittadinanza svolgendo un lavoro in nero, Buffagni arriva a fare affidamento persino sui «vicini di casa» che, secondo lui, come in una sorte di “Grande fratello” potrebbero aiutare lo Stato a stanare i furbetti: «Anche le segnalazioni che spesso arrivano dal vicino di casa che è invidioso, perché vede quello che sfrutta uno strumento di aiuto, illegalmente, sono tutti strumenti che messi a sistema possono dare una mano».
Ma se la Lega aspetta che siano il tempo e i fatti a sgonfiare il reddito di cittadinanza, le opposizioni minacciano già il referendum per abrogare le norme appena approvate per decreto. Lo annunciano da Fdi, da Fi e anche dentro il Pd qualcuno, come Sandro Gozi, si è detto favorevole. «E pensare – dice Luigi Di Maio – che questi erano quelli che dovevano stare vicini ai più deboli. Morirete radicalchic».
LA STAMPA
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