Borse fiacche senza il faro di Wall Street. A Piazza Affari effetto cedole, corre Juve

Tim, dopo l’Agcom l’affondo di Elliott: «Subito lo scorporo della Rete»

Telecom Italiaha continuato a perdere terreno, dopo la debacle di venerdì scorso, quando le quotazioni hanno perso oltre il 7%. Così, con un ribasso del 2,6%, i prezzi si sono di nuovo portati sui minimi da cinque anni, pagando dazio ai risultati preliminari del 2018, considerati deludenti dagli analisti, con un ebitda domestico in discesa del 5%. In più il management ha messo in conto una pressione sui margini italiani anche nel primo semestre 2019. D’altra parte gli analisti hanno puntato l’indice sull’aspetto speculativo, dopo che l’Agcom ha pubblicato il proprio documento di analisi circa la proposta di separazione delle infrastrutture di rete fissa. L’Agcom, hanno ricordato gli analisti di Equita Sim, «ritiene che la separazione legale non accompagnata da una modifica del controllo della NetCo (cioè il veicolo a cui verrebbe conferita l’infrastruttura e che nella proposta di Tim resterebbe controllata al 100% da Telecom, ndr) non sia sufficiente per una riduzione dei principali obblighi regolatori. La decisione finale di Agcom potrebbe però cambiare se Tim presentasse un aggiornamento al piano di separazione della rete con una percentuale di possesso diversa dal 100%». Insomma gli esperti ritengono che l’authority stia incentivando Telecom a nuovi sviluppi sulla società della rete. Per Mediobanca non è da escludere che questo sia già nelle mire del ceo Gubitosi, che sta preparando il piano industriale che verrà svelato alla comunità finanziaria il prossimo 21 febbraio. Credit Suisse si spinge a indicare che il giudizio Agcom aumenti le chances di una alleanza tra Tim e Open Fiber sulla rete fissa. Sono inoltre andate giù le Enel e le Snam Rete Gas, con le azioni che hanno staccato il dividendo rispettivamente da 0,14 euro e da 0,0905 euro

La Juve sogna Marcelo e mette a segno +5%
Si sono invece messe in evidenza le azioni dellaJuventus Fc, che dopo aver riportato il miglior risultato settimanale, oggi hanno vantato un ulteriore balzo in avanti di oltre il 5%. Del resto il club bianco-nero, che stasera incontrerà il Chievo, nei giorni scorsi si è aggiudicato la Coppa Italia e e anche la Supercoppa italiana, battendo il Milan. In più nelle ultime ore si sono intensificate le voci in base alle quali la prossima estate la Juve potrebbe portare a casa un altro campione dal Real Madrid: il difensore Marcelo. Nelle ultime due partite il tecnico della squadra spagnola ha preferito Reguilón a Marcelo alimentando le speranze degli juventini. Cr7, inoltre, potrebbe fare da ago della bilancia convincendo Marcelo a volare a Torino, forte dello stretto rapporto di amicizia con il giocatore brasiliano. Della galassia Agnelli, inoltre, sono state andate bene le Ferrari (+1%), mentre le Fiat Chrysler Automobiles e le Exor sono rimaste al palo e le Cnh Industrial hanno perso lo 0,27%.

Recordati sugli scudi, banche contrastate
Recordatiha guadagnato il 2,3%, allontanandosi sempre più dall’opa che si concluderà il 29 gennaio. Opa promossa da Rossini Investimenti, il veicolo di costituito da CVC Capital Partnerse altri soci, a 27,55 euro per azione.
Le banche hanno registrato un andamento contrastato, con Ubi Banca in retromarcia dello 0,5%Unicreditdello 0,3% e Banco Bpmdello 0,4%. Sono invece andate bene le Banca Pop Er (+0,5%), mentre le Intesa Sanpaolohanno difeso le posizioni.

Trevi in volata
Fuori dal paniere principale sono volate del 16% le Trevi Fini sulle indiscrezioni che il pool di banche creditrici avrebbero dato l`ok definitivo al piano di ristrutturazione presentato da Trevi lo scorso 19 dicembre. La società dovrà ad ogni modo lanciare un aumento di capitale per cassa da 130 milioni. I soci FSI e Polaris Capital Management si sono impegnati a sottoscrivere la propria quota più una parte dell`eventuale inoptato per una partecipazione massima complessiva di 77,4 milioni su un totale di 130 milioni. Ancora sugli scudi Bioera (+23%).
Nel resto d’EuropaLondra ha chiuso stabile, mentre Madrid e Parigi hanno lasciato sul parterre lo 0,17% e Francoforte lo 0,62%: Quest’ultima ha accusato la performance peggiore, complice la sforbiciata alle previsioni sul pil da parte dell’Fmi. In più sono crollate quasi del 10% le Henkel, dopo che i vertici del gruppo hanno abbassato le stime sui numeri del 2019

Euro e petrolio stabili
Sul fronte dei cambi, l’euro è abbastanza stabile sul dollaro: vale 1,2672 dollari (1,1360 venerdì). La moneta unica vale inoltre 124,59 yen, mentre il dollaro-yen si attesta a 109,61. Il petrolio è abbastanza stabile: il wti lima dello 0,1% portandosi a 53,7 dollari al barile.

Fmi come Bankitalia: in Italia la crescita del Pil 2019 scende allo 0,6%

Stime Fmi e dati cinesi allarmano investitori
Le Borse europee in prima battuta hanno risentito dei dati pubblicati in Cina: l’Ufficio nazionale di Statistica ha annunciato che nel quarto trimestre 2018 il Pil è salito solamente del 6,4%, rallentando il passo dal 6,5% del trimestre precedente. Così nell’intero 2018 il Pil è cresciuto del 6,6%, contro il +6,8% del 2017. Si tratta del livello più basso degli ultimi 28 anni. In più la produzione industriale cinese nel 2018 ha registrato un progresso del 6,2%, contro quello del 6,6% del 2017. Nel solo mese di dicembre, però, la produzione industriale è cresciuta del 5,7% accelerando rispetto al +5,4% del mese precedente.
Nel primo pomeriggio hanno destato preoccupazione le stime diffuse da Davos da parte del Fondo Monetario Internazionale, che ha annunciato di avere rivisto le previsioni sulla crescita globale che quest’anno migliorerà del 3,5%, lo 0,2% in meno sia rispetto alla precedente previsioni diffusa a ottobre, sia rispetto al +3,7% confermato per il 2018. L’anno prossimo, inoltre, l’economia del globo salirà del 3,6%, lo 0,1% in meno delle precedenti indicazioni. L’Fmi ha puntato l’indice anche sull’Italia, come causa del rallentamento dell’economia globale e inoltre come possibile fattore di rischio per eventuali nuovi tagli, insieme a una possibile hard Brexit, ossia uscita della Gran Bretagna senza accordo, e a un rallentamento della Cina.
In particolare il Fondo Monetario Internazionale ritiene che l’Italia quest’anno non crescerà dell’1% come indicato in precedenza e come preventivato anche dal Governo italiano, ma solamente dello 0,6%. Stima quest’ultima, condivisa da Bankitalia, come annunciato nei giorni scorsi.
L’Italia, per l’Fmi, rimane il fanalino di coda della zona euro. Comunque, come annunciato sempre a Davos, è stata rivista al ribasso anche la previsione per l’economia europea, dall’1,9% all’1,6%. La revisione più severa è stata quella nei confronti della Germania, il cui pil quest’anno è previsto in rialzo dell’1,3%, lo 0,6% al di sotto delle precedenti previsioni. Sono invece state confermate le previsioni per la Spagna, al 2,2%, mentre sono state alzate quelle per la Francia all’1,5% dall’1,4%.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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