Le Regioni avvisano Di Maio: “Il reddito è fumoso e indefinito”
PAOLO BARONI ROMA
Le Regioni temono che quando ad aprile scatterà l’operazione reddito di cittadinanza su di loro si scateni una specie di «tsunami», con milioni di persone che si rivolgono ai centri per l’impiego e gli sportelli del Collocamento che si trovano del tutto impreparati a reggere l’onda d’urto. A tre mesi dall’ultimo incontro gli assessori del Lavoro ieri sono così tornati al Mise per chiedere «rassicurazioni sui tempi e sulle modalità» di attuazione del piano del governo che, come è noto, dovrebbe decollare a breve. Sempre che il “decretone” venga pubblicato in gazzetta ufficiale, visto che il testo non è stato nemmeno inviato al Quirinale. Lo scoglio sarebbe sempre quello delle coperture: la Ragioneria starebbe infatti ancora verificando i calcoli prima di la necessaria “bollinatura”. Ci sono 10mila assunzioni da fare, 4 mila nei centri per l’impiego più 6mila navigatori in carico all’Anpal, ed il tempo non è sufficiente. «Si rischia il caos», avverte preoccupata la coordinatrice degli assessori regionali al Lavoro la toscana Cristina Grieco.
La risposta di Di Maio? «Massima disponibilità al confronto» per affrontare tutti i nodi, senza escludere – qualora servisse – la possibilità di modificare in qualche parte il decretone . «Il reddito è legge e si farà. La nostra grande sfida è portare a casa tutto il pacchetto nei tempi individuati» ha assicurato il vicepremier al termine dell’incontro.
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