Il dl Salvini chiude i rubinetti per i migranti. E ora la Chiesa apre il portafogli
“In nome del Vangelo, chiediamo di non porre ostacoli, anche di natura legislativa, all’accoglienza”. Monsignor Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, si rivolgeva così al governo pochi giorni dopo Natale.
L’immigrazione è da tempo al centro del messaggio pastorale dei vescovi italiani e non è un mistero che la Chiesa (e la Caritas) non vedano di buon grado le riforme licenziate da Salvini&Co. Tutto legittimo. Ma se fino a oggi erano in sostanza gli italiani a saldare il conto della carità ecclesiale, grazie (o a causa) del dl Immigrazione lo Stato dovrà foraggiare meno strutture di accoglienza gestite dalla Chiesa.
Lo slancio solidale della Cei, infatti, permette ogni anno a migliaia di immigrati di godere delle strutture riservate ai richiedenti asilo e servizi di integrazione. Prestazioni dispendiose, che però nella maggior parte dei casi la Chiesa non ha finanziato con fondi propri, ma – come già rivelato dal Giornale.it – partecipando a bandi di accoglienza statali. Dunque utilizzando soldi pubblici.
Pages: 1 2