Davide Casaleggio, ecco quanto incassa ogni mese il monarca M5s

NIENTE DOMANDE
Il presidente dell’ Associazione Rousseau esalta la democrazia, eppure non gli fa specie rifiutare il contraddittorio. La democrazia diretta va bene, le domande dirette invece un po’ meno. I più autorevoli quotidiani di mezzo mondo cercano invano di intervistarlo. Lui si nega. Sempre rifilando la solita scusa: mancanza di fiducia. È stato rincorso dal Financial Times, che si stava occupando del conflitto d’ interessi da Davide incarnato nonché del suo ruolo senza precedenti storici rispetto al partito M5S, e dal New York Times, che lo ha definito «l’ uomo più potente in Italia», almeno in potenza, sottolineando che «pochi sanno chi sia». E quei pochi non si sa neanche chi diavolo siano. Con il Washington Post Davide I è stato più generoso, occorre riconoscerlo. Non si è sottoposto ad un terzo grado ma ha scritto di suo pugno – abituato com’ è da accentratore a formulare lui gli interrogativi da rivolgere a se stesso – un intervento che ha elargito al quotidiano americano, spiegando ciò che ha determinato il successo clamoroso del suo movimento. Davide ha discusso della piattaforma Rousseau e della democrazia diretta, che sovvertirà quella tradizionale grazie all’ esistenza della Rete, la quale creando mobilità dal basso consente ai cittadini di votare senza muovere il culo dalla poltrona nonché di auto-gestirsi. Web che ormai ha reso superflui, dispendiosi e desueti i partiti, a giudizio del monarca illuminato Davide.

Eppure, sebbene i grillini ci tengano a specificare che si tratta di un mo-vi-men-to, il loro altro non è che un partito politico, il cui fondatore ed ideatore quattro giorni prima di morire, ossia l’ 8 aprile del 2016, mediante atto notarile ha passato lo scettro del potere al figlio, divenuto dominus indiscusso ed indiscutibile.

CONFLITTO DI INTERESSI
Queste sono solo alcune delle inquietanti contraddizioni di cui è permeato il M5S, alla luce delle quali Di Maio, Di Battista, Fico, Lezzi, Grillo & Co., suscitano persino un sentimento di tenerezza, vicino alla pena. Luigino, ad esempio, sembra uno di qui ragazzetti devoti a chi ha trovato loro il lavoretto. Magari ci crede sì, nel movimento, ma chissà se si interroga mai sul conflitto di interessi concentrato nella persona di Casaleggio junior, presidente della Casaleggio Associati, società informatica ed editoriale di famiglia, e dell’ associazione privata Rousseau, a cui lo stesso Di Maio, come tutti i deputati e senatori grillini, invia una sorta di tassa di 300 euro al mese detratta dal suo stipendio! E chi si oppone è fuori senza ma e senza se. Il movimento, ossia chi ne è a capo, espelle i sovversivi senza pensarci su due volte, ma sempre per statuto, quindi per legge.
I cinquestelle ci hanno riempito le orecchie con la storia dei mai specificati “poteri forti”, ignorando o facendo finta di ignorare che il potere forte è Davide Casaleggio. Nei cui confronti persino i media italiani hanno un rispetto quasi reverenziale.

Stanno attenti, allorché ne hanno la possibilità per generosa concessione del medesimo, di porre a Davide le domande che più gradisce facendo in modo di evitare quelle che non gradisce, cercando sempre di metterlo a suo agio e di non urtarne la sensibilità: potrebbe non rispondere mai più e perdere ancora più fiducia nei media, lui che ha fiducia solo nella perfezione della Rete e di quella piattaforma Rousseau a cui egli ha accesso esclusivo.

Dobbiamo a Davide un atto di estrema magnanimità: nel 2017 ha accettato di essere intervistato in TV esordendo da Lilli Gruber su La7 all’ interno del programma “Otto e mezzo”. Non era neanche solo, c’ erano addirittura due ospiti: il sociologo Domenico De Masi, che stava svolgendo in quel periodo una ricerca per conto – guarda caso, come è piccolo il mondo – del M5S e il giornalista Gianluigi Nuzzi, caro amico di Davide nonché presentatore nel corso dell’ evento che si celebrava in quei giorni ad Ivrea in onore del defunto Gianroberto Casaleggio, nonché marito della fondatrice della società che cura l’ ufficio stampa della Casaleggio Associati. Se non fosse stato per la Gruber, che in quel contesto rappresentava una sorta di quarto incomodo, si sarebbe potuto trattare di un aperitivo al bar tra vecchi amici, mancava solo da bere.

Insomma, pur di accontentare Davide e riuscire a farsi rilasciare qualche dichiarazione, sebbene blanda, si è disposti a tutto, peccato però che egli non perda mai prudenza e riserbo. Ripete sempre le stesse solfe. E dribbla i queZsiti scomodi meglio di come fa Ronaldo con la palla. Un vero campione, non c’ è che dire.

LE SELEZIONI
Non ci risulta che Davide sia un cretinetto. Ha una laurea in economia aziendale conseguita alla Bocconi di Milano, parla tre lingue, da piccolo era considerato uno dei massimi talenti italiani nel gioco degli scacchi (e l’ abilità nel muovere le pedine gli è rimasta, eccome!) e non sembra mica uno caduto dal pero l’ altro ieri, inevitabile domandarsi com’ è che un uomo così abbia messo il partito nelle mani – almeno all’ apparenza – di personaggi del calibro di Luigi Di Maio, che ha difficoltà persino ad azzeccare i congiuntivi. È Davide, che non lascia nulla al caso, a certificare le liste dei cinquestelle, a verificare i requisiti degli aspiranti candidati e a selezionarli. Decide lui chi è dentro e chi è fuori.

Certo è che da tipi come i grillini non ti aspetti di essere contestato quando sei Davide, figlio di Gianroberto: dimostrano una dedizione quasi religiosa verso il primogenito di Casaleggio. Dopotutto, se non fosse stato per lui sarebbero ancora disoccupati in attesa dei circa 390 euro del reddito di cittadinanza o a vendere patatine allo stadio. Per uno così si può pure rinunciare ad una parte dei propri introiti. E che Dio lo abbia in gloria!

LIBERO.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.