Il Consiglio d’Europa: “I politici italiani incitano all’odio”. Rabbia Lega: insulti, non ha senso restare
La delegazione italiana compatta nel proporre e difendere gli emendamenti su ogni paragrafo dedicato al Paese si è spaccata al momento dell’approvazione dell’intero testo. I 4 componenti Pd presenti, Andrea Orlando, Elena Boschi, Piero Fassino e Roberto Rampi hanno votato a favore assieme al deputato di Forza Italia Francesco Scoma. I restanti membri presenti appartenenti a Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e al gruppo misto del Senato hanno votato contro, con l’eccezione dell’astensione del deputato dei 5 stelle, Francesco Berti. Tutti i componenti della delegazione della Lega non erano in aula.
Lega: scandaloso
«È scandaloso e inaccettabile che nella risoluzione in discussione
al Consiglio d’Europa, sul monitoraggio sull’Italia – dove si scrive che
il governo è formato da un movimento di estrema destra, la Lega, e da
uno anti sistema, i Cinque Stelle – si accusi il nostro Paese di una
serie di gravi comportamenti razzisti, xenofobi e anti umanitari». Lo
affermano i parlamentari della Lega nella delegazione italiana al
Consiglio d’Europa, Paolo Grimoldi, Alberto Ribolla e Manuel Vescovi,
aggiungendo «Non possiamo accettare che nella relazione sull’Italia il
relatore scriva, in tema di politiche migratorie, di `essere seriamente
preoccupato´ perché le politiche del governo ostacolano il lavoro delle
ONG, mettendo a rischio vite umane e violando norme umanitarie
fondamentali ed esprima preoccupazione per la recrudescenza di
atteggiamenti razzisti, della xenofobia e di incitamenti all’odio da
parte di responsabili politici».
“Rafforzare la libertà dei media”
Sulla libertà dei media l’assemblea «si felicita per la riforma della Rai che ha lo scopo di migliorarne l’indipendenza, efficienza e sostenibilità». Ma allo stesso tempo chiede di rafforzare la libertà dei media, di affrontare la questione della concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione e di depenalizzare la diffamazione introducendo anche un principio di proporzionalità per le sanzioni. Nel rapporto si accolgono positivamente anche le riforme della giustizia penale «inclusa quella sull’estensione della prescrizione» ma le autorità sono chiamate a intervenire anche sull’uso eccessivo della detenzione preventiva e la lentezza della giustizia. Sul fronte della corruzione, che secondo l’assemblea «rimane diffusa e legata al riciclaggio e al crimine organizzato di stampo mafioso», si riconosce anche come passo avanti la creazione dell’autorità nazionale anti corruzione, l’approvazione della legge sul `whistleblowing´ del 2017 e l’adozione del codice di condotta e le regole sui lobbisti della Camera dei deputati.
LA STAMPA
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