Brexit, fuga per i traghetti e Sony ma spunta il cavillo che può annullarla
di Luigi Ippolito, corrispondente da Londra
La Brexit è sempre più in bilico. E i mercati stanno scommettendo apertamente sul rinvio dell’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, prevista per il 29 marzo: da qualche giorno la sterlina è in rialzo proprio sulla base di queste aspettative. Che appaiono più che fondate.
Il giorno cruciale sarà martedì prossimo: quando il Parlamento potrebbe fare un passo decisivo per strappare al governo il controllo della Brexit. Quella sera i deputati saranno chiamati a votare un emendamento presentato da Yvette Cooper, la combattiva deputata laburista che si è messa alla testa dello schieramento trasversale intenzionato a impedire a ogni costo un no deal, ossia una uscita catastrofica di Londra dalla Ue, senza nessun accordo a fare da paracadute.
Se l’emendamento passerà, il 5 febbraio sarà varata una legge che impone al governo di ottenere entro tre settimane l’approvazione di Westminster a un accordo sulla Brexit: in caso contrario, scatta il fermi tutti e il divorzio dalla Ue si rimanda alla fine dell’anno, se non a data da destinarsi.
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