“Zuckerberg vuole integrare WhatsApp, Instagram e Facebook Messenger”
Mark Zuckerberg: Facebook e i vostri dati, così funziona il modello di business
di MARK ZUCKERBERG Il primo aspetto che sarà condiviso dalle tre app più utilizzate in tutto il mondo per condividere e inviare messaggi, foto e video è la sicurezza: dovranno tutte adottare la crittografia end-to-end, che WhatsApp già include dal 2016. Questo permetterà a ciascun utente di inviare un messaggio in sicurezza ad altri destinatari che abbiano anche solo un account su una delle applicazioni in questione, al momento non “comunicanti” tra loro.
“Vogliamo costruire le migliori esperienze di messaggistica possibili; – confermano da Facebook – la gente vuole scambiarsi messaggi in modo veloce, semplice, affidabile e privato. Stiamo lavorando per portare la crittografia end-to-end ad altri nostri servizi di messaggistica e stiamo valutando come rendere più facile raggiungere amici e familiari attraverso i diversi network. Chiaramente, in una fase come questa in cui stiamo iniziando a definire tutti i dettagli per capire come rendere tutto questo possibile, sono ancora molte le discussioni e i confronti in atto.”
Ma non passerà troppo tempo, sembra. Perché il progetto che ha l’obiettivo di creare un ecosistema “social” senza pari guarda al 2020 come traguardo. Entro questa data Facebook potrebbe anche essere in grado di sviluppare in piena autonomia – spiega il New York Times – la distribuzione pubblicitaria, risolvendo così i problemi legati alla cessione a terzi dei dati sensibili degli utenti.
“Serviranno anni per risolvere i problemi”, aveva detto in realtà Zuckerberg ancora nel pieno dello scandalo Cambridge Analytica. In effetti, i mesi seguenti sono stati i più difficili per il social network che ha registrato un progressivo calo degli utenti, pur riuscendo però a mantenere il primato con oltre 2,2 miliardi di utenti attivi al mese 1,4 miliardi al giorno (2018). Adesso, per riuscire a mantenere saldo il timone, Zuck ha promesso che farà di tutto per migliorare le tecnologie messe a disposizione degli utenti, girando in lungo e in largo per gli Stati Uniti e interpellando gli esperti in discussioni pubbliche, a caccia di consensi.
Il piano di integrazione non è indolore, però. Le voci “interne” raccontano infatti che sarebbe stato accolto da non pochi malumori. La strategia non fa che confermare che, al di là delle pubbliche ammissioni, è arrivata l’ora di consolidare l’armata di Menlo Park “inglobando” a conti fatti le due app una tempo indipendenti e che Facebook ha dapprima acquisito e poi visto crescere senza particolari impedimenti. A parte piccole scosse o qualche attrito, come la fuoriuscita dei fondatori di Instagram (acquisita nel 2012) Kevin Sistrom e Mike Krieger quando forse già si annusava l’aria di un accorpamento che avrebbe lasciato ben poco spazio all’autogestione. La conferma oggi è nelle voci raccolte dal Nyt, secondo cui Zuckerberg allora aveva già cominciato la campagna di reclutamento dei dipendenti nell’ottica di sviluppare le infrastrutture che faranno dei suoi tre gioielli (con i loro miliardi di utenti) un unico ecosistema digitale dal quale sarà difficile uscire.
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