Landini schiera la Cgil: “Salvini e Di Maio non hanno mai lavorato”

fabio martini roma

E ora nelle piazze e nell’arena mediatica c’è un nuovo personaggio: il tribuno del popolo. Pronto a urlare più forte e a scavalcare i popolarissimi demagoghi del governo. Nel suo primo, sanguigno discorso da segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha arringato la platea dei delegati del congresso di Bari con parole d’ordine immaginifiche («siamo il sindacato di strada»), con battute semplici e taglienti contro il governo, come quando ha detto: «Il problema di questo Paese è avere due vice premier che non hanno mai lavorato: pensano di occuparsi di povertà e lavoro senza essere mai stati poveri e senza aver mai lavorato!».

In maglioncino rosso, parlando a braccio, Landini è stato sfottente e strafottente anche nell’attacco a Salvini: «Il ministro è stato eletto in Calabria, dove mi è capitato di visitare la baraccopoli di San Ferdinando. Lì ci sono condizioni inaccettabili, ma come si fa, quando uno vede queste cose, ad alzarsi la mattina, mettere la Nutella sulla fetta biscottata, poi dire due cavolate, fare un tweet e non porsi il problema che c’è un sistema economico e del lavoro fondato su forme di sfruttamento?». La platea dei delegati, abituati al lessico privo di pathos di Susanna Camusso, si sono alzati in piedi, in eloquenti standing ovation.

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