Venezuela, l’Ue: “Elezioni libere o nuove azioni, anche su Guaidò presidente”. La Russia: “Colpo di stato degli Usa”

L’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, aveva tentato di bloccare la convocazione del consiglio sostenendo che il Venezuela non è una minaccia alla pace internazionale. Nebenzia ha poi attaccato frontalmente gli Stati Uniti. Dura la reazione del Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che ha definito quello di Maduro “un regime che ha represso il suo popolo” per anni costringendo migliaia di venezuelani alla fuga e destabilizzando la regione.

“Gli Stati Uniti sono con il popolo venezuelano e chiedono che in Venezuela si svolgano libere elezioni il prima possibile”, ha detto Pompeo. “Ora è il momento per ogni altra nazione di scegliere da che parte stare, non si può più rimandare, niente più giochi, o si sta con le forze della libertà, o si è in combutta con Maduro e il suo caos”.



Lo scontro tra Mosca e Washington arriva dopo la decisione di Spagna, Francia e Germania di dare un “ultimatum” a Maduro per la convocazione di nuove elezione: o il presidente indice, “entro 8 giorni”, le elezioni politiche in Venezuela o i tre Paesi europei, cui presumibilmente seguiranno altri, riconosceranno come legittimo il presidente autoproclamato Juan Guaidò.


Le posizioni dei leader europei

Il premier spagnolo Pedro Sanchez lo ha detto in una conferenza stampa, il presidente francese Emmanuel Macron su Twitter mentre la Germania ha affidato, sempre via Twitter, l’incarico ai portavoce del governo. E lo stesso messaggio è arrivato nel primo pomeriggo dal Regno Unito.


Identico il messaggio:  “Il popolo venezuelano deve poter decidere liberamente del suo futuro. Senza un annuncio di elezioni entro otto giorni, potremo riconoscere Juan Guaidò come ‘presidente ad interim’ del Venezuela per sviluppare questo processo politico. Lavoriamo intensamente con i nostri alleati europei”. Nessuna presa di posizione per ora dal governo italiano.


Il presidente venezuelano ha risposto via Twitter: “non riposeremo fino a quando non avremo sconfitto il colpo di Stato con cui si pretende di interferire nella vita politica del Venezuela, mettere da parte la nostra sovranità e instaurare un governo fantoccio dell’Impero statunitense”.

Ieri Maduro aveva dichiarato che non avrebbe rinunciato mai, per poi dare dei “pagliacci” agli oppositori del governo e minacciare “i diplomatici americani che devono lasciare il Venezuela entro domenica”.

Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano, che ha assunto mercoledì i poteri di presidente ad interim, aveva risposto dicendosi disponibile a concedere un’amnistia a Maduro e a tutti coloro che sono “disposti a mettersi dalla parte della Costituzione”. Ma ha rifiutato la proposta di un incontro offerta da Maduro, definendola un tentativo di finto diaologo. Intanto è caos nel paese dopo che per 48 ore la piazza è stata interessata da scontri che hanno causato negli ultimi giorni la morte di almeno 26 persone ed il ferimento di quasi 300.

REP.IT


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