Giornata della Memoria, Ornella Coen a Tgcom24: “Bisogna investire sull’educazione dei giovani”

“Il nome è quello che rimane, nella storia come nella memoria. Poterlo leggere, poterlo vedere inciso, serve innanzitutto a lasciare un segno e a preservarne l’esistenza. É l’unica cosa che si possa mantenere viva, dopo la morte”. Raggiungiamo Ornella Coen alla stazione, mentre sta per prendere il treno che da Ancona la riporta a Milano. Ha da poche ore partecipato alla posa di due pietre d’inciampo dedicate ai suoi zii, Romilde e Umberto, due dei quindici fratelli del padre Dante, uccisi anche loro in un campo di sterminio nazista, ad Auschwitz.

Tutt’altro che mute. Parlano, le pietre d’inciampo. Queste appena posate ad Ancona, in via Astagno 18, come tutte le altre nelle nostre città. Il loro ideatore, l’artista tedesco Gunter Demnig, è continuamente dedito a realizzarle e posarle davanti a quelle che erano le case degli ebrei che sono stati rastrellati, deportati, annientati e poi strappati alla vita nei campi di concentramento nazisti. Un nome inciso su ogni sampietrino: per vincere l’oblio, fare memoria, arginare il mare dell’indifferenza e il male dell’ignoranza. Attualmente ne sono state posizionate oltre 70mila, in tutta Europa.

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