A Chigi tre uomini soli

Cipro, interno giorno. Giuseppe Conte saluta tutti e se ne va. “Impegni di governo a Roma”, spiega agli omologhi riuniti a Nicosia per il vertice dei paesi mediterranei. Lascia una sedia vuota alla cena di lavoro in programma, e intorno alle 21.00 decolla, direzione vertice notturno di governo, finito poco dopo l’una, dopo un serrato faccia a faccia con Salvini e Di Maio, seguito da un dileguarsi ognuno nei propri appartamenti e tutti con bocche cucite sugli esiti. La necessità di quella che in tutta evidenza è una drammatizzazione della situazione politica è quella di risolvere al più presto il caso Sea Watch. Ma inevitabilmente le tensioni che aprono preoccupanti crepe nella maggioranza di governo riguardano anche la Diciotti, che della nave che batte bandiera olandese rischia di essere un pericoloso precedente.

Perché sulla linea porti chiusi si è attestato compattamente tutto il governo. Ma su cosa fare della responsabilità penale che il tribunale di Catania imputa a Matteo Salvini proprio per quella posizione è ancora notte fonda. La situazione è spinosissima. Il segretario della Lega ha scritto una lettera al Corriere della Sera, rivendicando una decisione politica, non una responsabilità personale, e che per questo motivo il Senato non debba dire sì all’autorizzazione a procedere richiesta dai pm.

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