Dipendente del Caf spiega come aggirare i paletti sul reddito di cittadinanza
In realtà a ben vedere Russo ha rivelato poche e ovvie circostanze: al giornalista ha spiegato ad esempio che due persone che convivono possono intascare due «redditi» semplicemente mantenendo due diverse residenze, e certo evitando di sposarsi. E ancora, ha detto che dovrebbe essere molto facile continuare a lavorare in nero e ricevere il bonus rifiutando sempre le offerte di impiego, visto che ragionevolmente i controlli saranno simbolici. Nell’era delle fake news, supporta La Stampa e l’informazione di qualità
Per molti addetti ai lavori è un po’ un segreto di Pulcinella, ma il vicepremier Luigi Di Maio se l’è giustamente presa per quello che ha definito il primo tentativo di raggiro del nuovo strumento appena varato dal governo. Tanto più che il centro di assistenza era della Cgil, e l’addetto incriminato un esponente locale del Pd. Erroneamente Di Maio se l’è presa con un’associazione, l’Alpaa, che pur condividendo alcune attività con la Cgil invece non c’entra niente. Il ministro ha detto che «chi fa il furbo paga», aggiunge di aver «ricevuto segnalazioni da altri Caf», senza specificare però di che tipo. Sul reddito di cittadinanza ha annunciato «controlli serrati, è un patto tra cittadino e Stato, chi imbroglia o mette in piedi processi per truffare lo Stato sarà perseguito. Si tratta di un’occasione troppo importante per il Paese perché qualche furbetto la macchi».
«Sono stato raggirato e sto valutando una querela – ha detto invece Russo, il dipendente del Caf – il giornalista de La7 si è qualificato come un collega della Cgil che voleva parlare del reddito di cittadinanza perché voleva fare degli approfondimenti. Non parlavo quindi con un utente. Anche perché l’addetto alle pratiche Isee del reddito di cittadinanza non sono io. Vi prego, basta strumentalizzare questo episodio. E poi ho solo riportato quello che le persone dicono sul reddito di cittadinanza».
L’intervento di Landini
Da parte sua il segretario Cgil Maurizio Landini assicura che il sindacato «non ha assolutamente nulla da nascondere, e se una persona ha fatto degli errori dovrà risponderne. Se il suo comportamento è in contrasto con la posizione e i valori della Cgil si prenderanno i provvedimenti del caso. «D’altra parte – conclude Landini – è importante non fare di tutta l’erba un fascio, perché i Caf e i patronati svolgono un ruolo importante di tutela delle persone, e in molti casi facendo i conti con una burocrazia statale che non sempre permette a tutti di avere gli stessi diritti e tutele».
LA STAMPA
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