Risvegli. Salvini vede ora tutti le insidie del caso Diciotti
La divisa se la toglie giusto per entrare in aula, dove è obbligatoria la giacca per gli uomini. Ma appena fuori dall’aula, già lì in Transatlantico, subito dopo aver fornito risposte vaghe alle domande dell’opposizione nel question time, Matteo Salvini si rimette in ordine: giubbotto della polizia addosso. Come sempre, anche in Parlamento. Ma oggi è evidentemente teso.
Gli applausi dei suoi nell’aula di Montecitorio, quella claque che lui stesso dirige dal banco del governo facendo cenni del capo verso i posti della Lega, sono serviti solo a infiocchettare la sua immagine per la diretta tv che manda in onda il question time come ogni mercoledì. Fuori dall’aula Salvini è scuro in volto. Dice che “il governo non rischia” per l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti chiesta dal tribunale dei ministri di Catania per sequestro di persona sul caso della Diciotti, la nave della marina militare carica di migranti cui il ministro e tutto il governo impedì di sbarcare per giorni l’estate scorsa. Ma stavolta il ministro leghista non è sicuro di sé e di quello che accadrà. Questa storia della Diciotti è un po’ come una ‘sveglia’ per un vicepremier che finora ha fatto e disfatto quasi tutto nel governo con il M5s e vorrebbe continuare così. Ma se tutto crollasse?
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