M5s, scoppia caso rimborsi: le eccedenze saranno versate all’Associazione Rousseau

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È chiaro, infatti, protestano anche alcuni parlamentari che si tratta di soldi “che servirebbero di più al M5s che a Rousseau” verso cui gli eletti già destinano una quota delle loro indennità. Il trattamento economico degli eletti, comprensivo delle quote da “restituire”, è disciplinato da un Regolamento costituito ai sensi dell’articolo 9 dello Statuto M5s e adottato dal Comitato di Garanzia. In linea generale, prevede il regolamento, i portavoce M5s “dovranno restituire mensilmente un importo minimo pari a 2.000 euro a cui si dovrebbero sommare “le eccedenze dei rimborsi non spesi per gli eventi ufficiali del Movimento 5 Stelle e quelle dell’esercizio del mandato (collaboratori, consulenze, eventi, convegni)”.

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Su tutti gli eletti “potranno essere effettuati controlli di coerenza a campione sulle rendicontazioni e sulle restituzioni”. I parlamentari, inoltre, “al fine di onorare l’impegno previsto dall’articolo 5 del Codice Etico, erogheranno un contributo mensile di euro 300 destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l’attività dei gruppi e dei singoli parlamentari”; per i consiglieri e i deputati regionali stesso importo deve essere versato e destinato allo “Scudo della Rete, che ha come obiettivo la difesa di iscritti ed eletti del MoVimento 5 Stelle dalle cause legali intentate nei loro confronti, nonché la tutela del MoVimento 5 Stelle e della Associazione Rousseau”.

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