Incarichi Rai, bufera sulla ‘striscia’ di Maglie. M5s pronto fermarla: “No ai raccomandati”. Ma la Lega la difende
Sulla scia del tweet e puntando sul fatto che la giornalista non risulta iscritta all’ordine, i cinquestelle alimentano la polemica e lavorano per stoppare l’approdo di Maglie in Rai, convinti di poter riuscire anche a far capitolare la Lega. E lo fanno ricordando e pubblicando sulla pagina Facebook del M5s le parole di una sua intervista del 1991, in cui ammetteva di essere stata “aiutata” da Bettino Craxi ad entrare nella tv pubblica. “No ai raccomandati in Rai”, dicono nel Movimento, Maglie non è un profilo “adeguato” per il servizio pubblico dove “serve meritocrazia”. E si appellano allo stesso ad di viale Mazzini Fabrizio Salini, invitandolo a “valutare bene questa decisione”. L’idea all’esame dei pentastellati è quella di formalizzare in una lettera all’ad la richiesta di fermare Maglie.
In merito la deputata del M5s e componente della Commissione di Vigilanza Rai Carmen Di Lauro scrive un tweet, poi rilanciato da molti altri esponenti del Movimento: “#EnzoBiagi fu un esempio unico di serietà e sobrietà. La Rai adesso pensa di affidare il suo spazio a Maria Giovanna #Maglie che proprio sobria non è stata, tanto da guadagnarsi il nomignolo di ‘Lady nota spese'”.
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Tutto comincia con un tweet. Che fa crescere la polemica contro la giornalista di tendenze sovraniste Maria Giovanna Maglie,
a cui Rai1 ha proposto la conduzione di una striscia informativa
serale. E contro la quale si scaglia il M5s, intenzionato a fermarne la
corsa in nome di una tv pubblica “libera” dai raccomandati. Mentre la
Lega la difende, trasformando la contesa nell’ennesimo scontro interno
alla maggioranza gialloverde.
“Maria Giovanna Maglie, alla quale qualcuno in #Rai vuole affidare la
striscia informativa in prima serata che fu di Enzo Biagi, non risulta
iscritta all’Ordine dei #Giornalisti. Non risulta più iscritta da circa 3
anni”, scrive su Twitter il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani,
criticando appunto la scelta della direttrice di Rai1 Teresa De Santis
di affidare alla giornalista 67enne veneziana, ma romana di adozione,
uno spazio informativo serale di sette minuti dal lunedì al venerdì,
dopo il Tg1, per dare voce al credo sovranista (Maglie non ha ancora
firmato il contratto).
Sulla scia del tweet e puntando sul fatto che la giornalista non risulta
iscritta all’ordine, i cinquestelle alimentano la polemica e lavorano
per stoppare l’approdo di Maglie in Rai, convinti di poter riuscire
anche a far capitolare la Lega. E lo fanno ricordando e pubblicando
sulla pagina Facebook del M5s le parole di una sua intervista del 1991,
in cui ammetteva di essere stata “aiutata” da Bettino Craxi ad entrare
nella tv pubblica. “No ai raccomandati in Rai”, dicono nel Movimento,
Maglie non è un profilo “adeguato” per il servizio pubblico dove “serve
meritocrazia”. E si appellano allo stesso ad di viale Mazzini Fabrizio Salini, invitandolo
a “valutare bene questa decisione”. L’idea all’esame dei pentastellati è
quella di formalizzare in una lettera all’ad la richiesta di fermare
Maglie.
In merito la deputata del M5s e componente della Commissione di Vigilanza Rai Carmen Di Lauro
scrive un tweet, poi rilanciato da molti altri esponenti del Movimento:
“#EnzoBiagi fu un esempio unico di serietà e sobrietà. La Rai adesso
pensa di affidare il suo spazio a Maria Giovanna #Maglie che proprio
sobria non è stata, tanto da guadagnarsi il nomignolo di ‘Lady nota
spese'”.
Ma la Lega difende la giornalista: “Queste ‘interessanti’ polemiche
confermano che la scelta di un professionista vero, intelligente e a
tratti vulcanico, è assolutamente azzeccata per confezionare un prodotto
indipendente, nuovo e destinato a creare dibattito”, commenta Massimiliano Capitanio,
segretario leghista della commissione di Vigilanza Rai. “Da giornalista
difendo l’ordine e tutti i suoi satelliti, ma vorrei e che l’attenzione
fosse rivolta a ben altri casi dove il tesserino è stato brutalmente e
velocemente svenduto a logiche commerciali”, conclude.
E Igor Iezzi, deputato leghista anche lui in commissione Vigilanza,
aggiunge: “È una giornalista di cui ho una ottima opinione, non riesco a
capire il motivo per non darle la trasmissione. Non vorrei cadessimo
nella censura delle idee”.
Anche la risposta di Maglie non tarda ad arrivare: “Il fatto di non
essere iscritta all’Ordine dei giornalisti da tre anni non riesce
proprio a sembrarmi un problema. Dall’84 a tre anni fa non mi pare che
facessi parte dell’ordine dei pasticcieri. Mi sono semplicemente
dimenticata di pagare la mia quota”, commenta con l’agenzia Agi il tweet
di Di Trapani.
“Adesso – chiarisce – telefonerò alla segreteria dell’Ordine per capire
come stanno effettivamente le cose. L’iscrizione annuale era
un’operazione burocratica di cui si occupava mio padre, che ora non c’è
più. Ovviamente pagherò il dovuto e mi metterò in regola”. Secondo
Maglie i comunicati e i tweet contro di lei fanno parte di “un fuoco
preventivo teso a far saltare la mia conduzione della striscia”. E
sull’Usigrai che nel suo comunicato ha parlato “delle circostanze
misteriose con cui la Maglie concluse la sua esperienza precedente in
Rai” precisa che tutto è stato archiviato e che “di questo passo, potrò
portarli in tribunale e comprarmi una casetta alle Eolie”.
Più tardi aggiunge: “Mi tengo fuori da una polemica politica che ritengo
non riguardi la mia persona, ma si limiti a utilizzarmi. Se però come
persona vengo insultata e calunniata, mi rivarrò nelle sedi opportune”.
rep
Approfondimento
Rai, dal Pci a Trump: così Maria Giovanna Maglie è diventata il volto dei sovranisti
di GOFFREDO DE MARCHIS
Giovane comunista vicina a Giancarlo Pajetta, Maglie si è poi convertita al craxismo e in seguito al berlusconismo, scrivendo sul Giornale e collaborando con Dagospia. La svolta sovranista risale a dopo il ’93. La sua passione resta la politica estera, ed è stata la prima a tifare per Donald Trump e ad augurarsi la sua vittoria.
Secondo indiscrezioni, se Maglie diventerà il nuovo volto serale della rete, avrebbe comunque in mente di prendere a modello non il monologo di ‘Qui Radio Londra’ di Giuliano Ferrara, conduttore nel 2011 dell’ultima striscia post Tg1, ma lo schema di ‘Batti e ribatti’ di Pierluigi Battista del 2004, dove il giornalista si riservava un monologo di due minuti per poi procedere a un’intervista nei seguenti tre.
Intanto i parlamentari di Forza Italia della commissione Vigilanza Rai inviano una lettera al presidente Alberto Barachini per chiedere il rispetto della par condicio. “L’applicazione della par condicio è una regola aurea – scrivono – che, come dimostrato dai dati dell’osservatorio di Pavia e dell’Agcom relativi al pluralismo politico/istituzionale in televisione, soprattutto negli ultimi mesi viene sistematicamente violata (in particolare a discapito di Forza Italia) nei programmi di comunicazione politica e programmi di informazione, tra i quali rientrano i telegiornali, in onda sulle reti Rai”.
Gli azzurri pertanto reclamano “con estrema necessità ed urgenza un’audizione del presidente e dell’amministratore delegato del Cda della Rai al fine di intervenire tempestivamente ed assicurare un maggior rispetto del pluralismo televisivo”.
REP.IT
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