Febbraio inizia in tono minore, ma la locomotiva Usa continua a correre
- congiuntura
- 01 febbraio 2019
Conte: il 2019 sarà bellissimo. Tria: ci sono condizioni per ripresa. Csc: crescita vicino allo zero
I dati deludenti sull’economia europea hanno messo in secondo piano le buone notizie arrivate alla vigilia da Washington dove la delegazione commerciale cinese guidata dal vice premier, Liu He, e l’amminstrazione Usa hanno fatto passi avanti sul fronte del commercio internazionale, rinviando però un possibile accordo al prossimo incontro tra i presidenti Donald Trump e Xi Jiping, che dovrebbe tenersi il mese prossimo, in Cina. Nel frattempo va avanti la stagione delle trimestrali, con Facebook che ha annunciato conti da record.
- LE PROSPETTIVE
- 01 febbraio 2019
Eurolandia, perché i rischi di recessione sono molto bassi tranne che in Italia
Dati deludenti sull’economia dell’Eurozona
Le Borse
europee sono prudenti, dopo i dati deludenti sull’economia della zona
euro. L’indice Pmi ha rivelato che il settore
manifatturiero si avvicina alla stagnazione con il tasso di crescita
di gennaio che è stato il più lento da oltre quattro
anni. L’indice finale Ihs Markit Pmi del settore manifatturiero
dell’Eurozona è infatti sceso a 50,5 a gennaio da 51,4 di
dicembre e poco sopra la soglia dei 50 punti, linea di demarcazione
tra crescita e contrazione. In particolare destano preoccupazione
gli indici di Italia e Germania, che mostrano un peggioramento
dell’attività manifatturiera. In più Eurostat ha rilevato
che l’inflazione dell’Eurozona ha rallentato ancora il passo,
portandosi all’1,4% (su base annua) rispetto all’1,6% dello
scorso dicembre. Questo, però, dovrebbe essere un elemento che
rafforza una politica monetaria espansiva della Bce, visto
che anche il numero uno, Mario Draghi, nei giorni scorsi ha
assicurato che l’istituto deciderà le proprie mosse, tenendo
sotto controllo l’andamento dei prezzi al consumo.
A Milano occhi puntati su Ferrari, Juve in picchiata
A Piazza AffariFerrari ha continuato a salire, dopo la volata della vigilia dell’11%, innescata dai conti del 2018. In più l’ad, Louis Camilleri,
ha parlato di un possibile rialzo degli obiettivi per il 2020. Della galassia Agnelli sono andate bene anche le Fiat Chrysler Automobiles, le Exor e le Cnh Industrial. Sul FTSE MIB la migliore è stata Diasorin
(+2,69%) dopo l’annuncio del lancio del test Liaison della
calprotectina: il gruppo vercellese ha annunciato di aver ottenuto
dalla Food&Drug Administration degli Stati Uniti la
certificazione per la vendite nel mercato locale del test utilizzato tra
gli strumenti per diagnosticare le malattie infiammatorie croniche
intestinali. Bene anche il comparto del lusso, con Moncler (+1,98%) e Salvatore Ferragamo (+0,8%) in buono spolvero: i conti positivi pubblicati dal colosso francese Lvmh hanno dato fiato al settore e allontanato,
almeno per il momento, i timori legati a un possibile rallentamento cinese. In fondo al Ftse Mib si è piazzata Juventus Fc
(-7,46%), in una settimana di ribassi, alimentati anche dalla sconfitta
a sorpresa in Coppa Italia. Va comunque ricordato
che il titolo guadagna quasi il 50% dall’ingresso nel listino
principale, il 27 dicembre scorso. Fuori dal listino principale,
la vittoria in Coppa Italia contro l’Inter ha dato slancio al titolo
della Lazio(+3,77%). Tra le peggiori le utilities (Italgas -1,59%, A2a -2,48%, Terna -2,49% e Snam -2,18%) e le banche, rallentate dalle incertezze economiche e dal rialzo dello spread, ma anche dal cattivo andamento del
comparto in Europa (-0,5% l’Euro Stoxx 600 Banche). In fondo al Ftse Mib si sono piazzate Ubi Banca (-4,06%) e Banco Bpm (-3,41%), nei prossimi giorni chiamate alla prova dei conti, ma anche Mediobanca (-2,84%), Banca Generali (-2,82%) e Unicredit (-2,74%).
Telecom sotto la lente dopo balzo di ieri, giù le banche
Gli occhi del mercato rimangono puntati anche su Telecom Italia,
all’indomani della notizia che il fondo Elliott ha incrementato la
propria quota al 9,4% dal precedente 8,8%, in vista dell’assemblea
dei soci di fine marzo. Le azioni sono partite in calo, ma poi hanno
rialzato la testa, mentre il mercato continua a interrogarsi
sul futuro della compagnia, che intanto vede i soci dell’azionariato
contrapposti. Proprio oggi, dalle pagine di Le Figaro,
il numero uno di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine è tornato a criticare
la gestione dell’azienda da parte di un cda nominato
a maggioranza dal fondo Elliott. «Da quando il fondo Elliott ha preso
il controllo, la situazione non ha fatto che peggiorare.
Non hanno mantenuto nessuna delle promesse fatte», ha dichiarato,
assicurando inoltre che Vivendi rimarrà nel capitale di
Telecom «per l’eternità». Gli investitori si interrogano anche sul
futuro della rete e su una possibile aggregazione della
società che la controlla con Open Fiber. Ieri l’ad del gruppo, Luigi
Gubitosi, ha preannunciato che vorrebbe sedersi al tavolo
«per un esame approfondito della situazione esistente e delle
opportunità che presenta». La numero uno di Open Fiber, Elisabetta
Ripa, ha però precisato che eventuali operazioni straordinarie
verranno decise dagli azionisti. Adesso, invece, l’azienda
è dsposta a trattare solamente per eventuali collaborazioni
commerciali. «Siamo operatori wholesale, ben felici di collaborare
con tutti gli operatori che sul mercato italiano vogliono offrire
servizi di ultrabraodband – ha dichiarato- siamo ovviamente
ben felici di definire accordi commerciali con tutti e a maggior
ragione con un cliente grande come potenzialmente è Tim»
Leonardo – Finmeccanica è in rialzo, dopo avere concluso l’acquisizione del 100% di Vitrociset. Ed ancora, le banche sono deboli, anche se è volatile
Banca Pop Er dopo le indiscrezioni di stampa che riferiscono che si stringono i tempi per un’aggregazione dell’istituto conUnipol
Banca, operazione che dovrebbe essere sul tavolo del cda della banca
emiliana il prossimo giovedì. Fuori dal paniere principale,
sono gettonati i titoli della Lazio, dopo che la squadra di calcio ai rigori ha sconfitto l’Inter per la Coppa Italia.
In Europa giù le banche, bene il lusso
Per le Borse europee
la seduta è stata contrastata, con Madrid (-0,41%) penalizzata dallo
scivolone di Caixabank (-7,22%),
dopo la trimestrale deludente. Ha invece retto il colpo Deutsche Bank
(-0,59%, ma perdeva più del 3%, dopo il -4% di giovedì):
l’istituto tedesco è tornato in utile dopo quattro anni, ma la
notizia non sembra aver modificato l’impressione generale del
mercato soprattutto a causa di un quarto trimestre deludente, secondo
gli operatori. Inoltre, secondo gli investitori, il
piano di ristrutturazione stand alone avrebbe i giorni contati perché
stanno salendo le quotazioni di una necessaria aggregazione
con Commerzbank. Bene il comparto del lusso, trainato da Lvmh (+1,75%
a Parigi), dopo i conti convincenti dei giorni scorsi:
il colosso francese ha chiuso il 2018 con 46,83 miliardi di euro di
ricavi, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo
del 2017, e con un utile netto di competenza del gruppo salito del
18% a 6,4 miliardi.
Lavoro Usa sopra le stime, ma carrellata dati macro in chiaroscuro
A
gennaio le aziende americane hanno continuato ad assumere e lo hanno
fatto a un passo migliore delle stime. Il tasso di
disoccupazione è cresciuto dello 0,1% al 4% per via dello shutdown
durato 35 giorni e terminato una settimana fa. I salari
orari hanno registrato un incremento più contenuto delle previsioni
su base mensile. Negli Stati Uniti sono stati creati 304.000
posti di lavoro mentre gli analisti attendevano un aumento di
170.000. Il rialzo di gennaio segna il 100esimo mese di fila
in cui i datori di lavoro americani hanno reclutato personale, un
nuovo record.
Meno convincenti gli altri dati macro, una carrellata
visti i ritardi dovuti allo shutdown, concluso il 25 gennaio: Le scorte
all’ingrosso di novembre sono cresciute meno delle stime (+0,3%
contro il +0,5% atteso), l’indice Ism manifatturiero è cresciuto
più delle stime a 56,6 punti, la fiducia dei consumatori è calata
(91,2 punti il dato dell’università del Michigan), mentre
le spese all’ingrosso di novembre sono salite più delle stime
(+0,8%).
Euro e petrolio stabili
Sul fronte dei cambi, l’euro è stabile nei confronti del dollaro im una giornata ricca di appuntamenti macro (segui qui i principali cross) Anche il petrolio naviga sui valori di ieri (segui qui Brent e Wti).
Spread in rialzo a 256 punti alla chiusura
Chiude vicino ai
massimi della seduta lo spread tra BTp e Bund che oggi, dopo
un’apertura poco mossa, ha subito una brusca
impennata. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark
italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco,
ha concluso la giornata a quota 256 punti base, 13 in più rispetto al
finale di ieri. In rialzo anche il rendimento del decennale
italiano che si attesta su 2,73% rispetto al 2,59% del
closing di ieri.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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