Gli imboscati e la guerra agli sprechi

Nei grandi ambienti della PA invece, ci si nasconde con facilità. I migliori del settore li chiamano «imboscati». Esistono, vengono tutti regolarmente pagati a fine mese, e si dividono tra «onnipresenti» e «itineranti». Gli onnipresenti vivono costantemente sul posto di lavoro e sono a prova di controllo biometrico, entrate e uscite sempre regolari, ma di loro nessuno ricorda un contributo alla causa. Gli itineranti sono di tutt’altra pasta. Sono sempre assenti giustificati, comandati a vita, vivono spesso a ridosso della politica e in taluni casi li avvolge un alone di mistero. Sono maestri nel far perdere le loro tracce e nel farsi dimenticare. Per loro il premio alla carriera consiste nel conseguire l’età pensionabile senza aver svolto neanche un giorno di lavoro per l’amministrazione che li aveva assunti. Nell’esame della spesa regionale non potevano quindi, mancare: consulenti, esperti, collaboratori e professionisti che rappresentano la cartina di tornasole di una sana o viceversa, deficitaria politica assunzionale. Sul punto occorre esser chiari. Il ricorso all’approvvigionamento esterno si giustifica soltanto se episodico e se operato, nel rispetto della trasparenza e della concorrenza, in settori particolarmente complessi e tecnologicamente avanzati. Oppure qualora vi siano preclusioni specifiche per il dipendente pubblico dettate dalla normativa. In tutte le altre circostanze rappresenta soltanto un inutile spreco.

*Esperto di pubblica amministrazione, presidente della Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana

IL GIORNALE

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